sabato 28 maggio 2011
Roma, pressing su Luis Enrique Guardiola: «Ha la personalità giusta»
ROMA - A Wembley, per la finale di Champions League, ci sono due Roma. Quasi tutta quella vecchia, quasi tutta quella nuova. Si cercano, provano a darsi un appuntamento al volo, si scambiano sms, telefonate. Entro stasera, un saluto se lo saranno pure scambiato. Da una parte Giampaolo Montali con lo stato maggiore di Unicredit, più Daniele Pradè; dall’altra Franco Baldini, come si dice in questi casi, in mille faccende affaccendato, in quanto padrone di casa, quindi poco incline ad appuntamenti preconfezionati. C’è un pezzo di America, James Pallotta, braccio destro di Tom DiBenedetto.
Pradè è volato a Londra ieri all’ora di pranzo, appena dopo aver salutato la squadra. Ha ringraziato tutti, anche con un pizzico di commozione. Più o meno stessa cosa ha fatto Montella, che ha diretto il suo ultimo allenamento, l’ultima amichevole della sua Roma contro la Primavera (si è fatto male Borriello, ha preso un pestone). Montali è a Londra da due giorni, quindi ha avuto maggiori possibilità di avvicinarsi alla nuova dirigenza. Chi è rimasto nella capitale è Walter Sabatini, nuovo ds senza essere ufficialmente ds (così come del resto Baldini è il nuovo dg senza essere ufficialmente il nuovo dg). Sabatini, lui no, non andrà a vedere la finale di Champions, a meno di clamorose sorprese, così come, a meno di clamorose sorprese non ci andrà nemmeno Luis Enrique. Sabatini sta per partire per un doppio viaggio, a Barcellona e poi a Marsiglia. Prima vuole e deve incontrare Luis Enrique (tra domani e lunedì), parlarci a quattr’occhi, proporre, ascoltare proposte. Si parlerà di soldi, ma soprattutto di progetti tecnici. Gli spiegherà che la Roma non avrà da subito la possibilità di acquistare grandi nomi, ma che ha intenzione di sposare la filosofia del Barcellona, che ha costruito le sue fortune con l’impianto di gioco, con lo spettacolo, con le idee e con i talenti giovani. Poi il nuovo ds andrà da Deschamps, che resta tra i suoi preferiti (come lo erano Pioli e Delio Rossi), ma si sposa meno con le esigenze della nuova Roma, più propensa a puntare su una filosofia di gioco che non su un tecnico bravo per tutti e già abituato a vincere e che per farlo ha bisogno di giocatori eccellenti.
L’obiettivo della Roma non è vincere subito (non lo considerano un obbligo, almeno). Forse è meglio provare a stupire che non a mettersi in competizione, colpo su colpo (di mercato), con le big. Meglio puntare su un qualcosa di diverso, che non ammosciare l’ambiente con nomi di allenatori che non esaltano molto, questo il pensiero della nuova dirigenza (non di tutta...). Tutto questo fa pensare quindi più all’arrivo di Luis Enrique che non di altri. Pep Guardiola da Wembley dà la benedizione a Luis, suo pupillo. «Sarebbe contento di accettare. Ha la personalità giusta e il carattere per gestire le pressioni di una città come Roma». Amen. Luis Enrique intanto deve ancora giocare ancora due partite con la sua squadra, il Barcellona B, domani in casa contro il Salamanca, infine il 5 giugno in trasferta contro il Rayo Vallecano. Il tecnico dei blaugrana ieri ha diretto l’allenamento, non ha nemmeno salutato i giornalisti presenti, ha rimandato la conferenza stampa al post-partita. E pare questo sia un trend che ha intenzione di seguire anche in Italia, chissà se gli sarà consentito farlo. Non rinnoverà il contratto e ha fatto sapere a più persone che la sua intenzione è di cominciare l’avventura romana, convinto già da Guardiola prima e da Baldini poi. E Deschamps? «Conoscete la mia situazione, ho la possibilità di liberarmi entro una certa data (15 giugno, con penale da 3 milioni di euro, ndr). Attendo di sapere quale sarà il mio futuro la mia comunque non sarà una scelta dettata dai soldi. Posso assicurare che sinora non ho preso accordi con nessuno. Attendo. La Roma? Non è una novità. Se lo negassi, farei ridere». Attende, Deschamps. Che aspetta segnali da Roma. Aspetta Sabatini. Il francese andrà comunque via dal Marsiglia. Nella peggiore delle ipotesi, lo aspetta il Lione. Tutto resta in ballo, dunque. Ma la Roma pare abbia scelto. Ha acquistato o sta per acquistare un’idea
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