sabato 28 maggio 2011

Ghizzoni: «Tempi brevi per la Roma a DiBenedetto»


LONDRA, 28 maggio - «I tempi sono molto brevi attendiamo l'Antitrust, stiamo andando alla conclusione». Così l'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano quando passeranno le redini dell'As Roma alla cordata americana capitanata da Thomas DiBenedetto. L'ad di Unicredit, banca azionista del club giallorosso, si è detto fiducioso che il passaggio di proprietà si concluda in tempi rapidi. Non si esclude che possa avvenire nel mese di giugno.

SPONSOR - Unicredit punta ancora sulla Uefa Champions League e rinnova di altri tre anni il contratto di sponsorizzazione, che si estenderà quindi al periodo 2012-2015. «Siamo molto soddisfatti per il ritorno di immagine che ci ha dato questo trofeo nel corso dei primi tre anni di sponsorship», ha detto l'amministratore delegato della banca Federico Ghizzoni presentando l'accordo alla stampa nel giorno della finale di Wembley tra Manchester United e Barcellona. «Il rinnovo è una chiara conferma della nostra convinzione di essere un gruppo europeo con una forte presenza nei nostri mercati di riferimento, compreso l'Europa centrale e orientale», ha proseguito il banchiere, ricordando la capillare presenza del gruppo in 22 Paesi europei. «Abbiamo chiaramente scelto una sponsorizzazione che si combina perfettamente con il nostro posizionamento di grande banca europea», ha aggiunto Ghizzoni. A chi gli chiedeva se Unicredit è intenzionata a sponsorizzare anche gli Europei del 2012 che si terranno in Polonia e Ucraina, Ghizzoni ha detto che «al momento non abbiamo ancora nessun accordo, è troppo presto per dirlo».

Tra Inler e il Napoli si è infilata la Juventus


Gli occhi di tutti sono puntati su Udine. Il grande campionato della squadra di Guidolin ha trascinato molti dei suoi giocatori al centro delle voci di mercato. Il Milan su Asamoah, la Roma su Handanovic, il Villarreal su Zapata, mentre Spalletti vorrebbe fare un tentativo per portare Di Natale allo Zenit, e mezzo mondo insegue il presidente Pozzo per chiedere notizie di Sanchez.

POZZO: «ACCORDO TROVATO COL NAPOLI» - Poi c’è il caso Inler. Il suo passaggio al Napoli è un tormentone che va avanti da mesi, e tra tutti i tormentoni che coinvolgono il club friulano è quello più fondato. Se ne parlò molto già l’anno scorso, poi ad aprile il gesto clamoroso: minuto 55 di Napoli-Udinese, Inler buca De Sanctis con un gran tiro da 25 metri, e non esulta. A tutti sembra il segnale del prossimo approdo dello svizzero alla corte di De Laurentiis. Infatti nei giorni scorsi viene raggiunto l’accordo tra le due società, come ha raccontato proprio Pozzo a Radio Crc, emittente campana: «Ho incontrato De Laurentiis a Roma, alla Filmauro. Abbiamo parlato di Inler e ci siamo messi d’accordo sul prezzo, adesso dipenderà tutto dalla volontà del calciatore».

INCONTRO JUVE-INLER - Che però sembra aver cambiato idea, perché in extremis si è messa in mezzo la Juve, e al fascino della Vecchia Signora, anche se un po’ in disarmo, non è facile resistere. «Ho sentito dire che ci sia l’interesse anche della Juventus per Inler – ha aggiunto lo stesso Pozzo - ma di più non so. Noi abbiamo dato la precedenza al Napoli, ma è chiaro che queste sono operazioni che si fanno in tre. Due parti si sono messe d’accordo, adesso manca la terza». Peccato che la terza, nella persona di Dino Lamberti, agente del giocatore, si sia nel frattempo incontrata venerdì pomeriggio a Torino con Marotta e Paratici. Si parla di un’intesa per un contratto di 4 anni a 2,1 milioni a stagione.

NUOVI SCENARI - Sarebbe dunque Inler l’uomo di corsa e sostanza in grado di affiancare Pirlo e dare solidità alla mediana bianconera, anche se lo svizzero è molto più. Ora si attende la reazione del Napoli, che attorno al giocatore voleva costruire il centrocampo per la Champions. Gli spazi di manovra sembrano ristretti, se è vero che in questi triangoli di mercato a prevalere è in genere la volontà del giocatore. Per gli uomini di De Laurentiis si tratta di capire quanto quella volontà sia plasmabile, alzando l’offerta. E intanto già si aprono scenari alternativi. Uno porta in Spagna, a Gago, che nel Real di Mourinho non vede mai il campo. L’altro rimanda a Torino. La Juve ora ha seri problemi di abbondanza a centrocampo, e potrebbe risarcire i partenopei offrendo loro uno dei suoi esuberi: Felipe Melo, che non sembra rientrare nei piani di Conte, o magari Aquilani, sempre che il Liverpool abbassi la cifra richiesta per il riscatto (16 milioni). Ma sull’ex romanista c’è anche un interesse del Milan.

Calcio: Stampa russa, Zenit vuole Ancelotti e Spalletti pensa a Roma


Mosca, 28 mag. - (Adnkronos) - Carlo Ancelotti verso lo Zenit San Pietroburgo e Luciano Spalletti ripensa alla Roma. E' lo scenario che delinea il quotidiano russo Tvoi Den, ipotizzando un valzer di panchine. Lo Zenit vorrebbe esonerare Spalletti e affidare la panchina a Ancelotti, appena silurato dal Chelsea. Il tecnico emiliano avrebbe a disposizione almeno 50 milioni di euro per rafforzare la squadra, protagonista di un avvio di stagione poco brillante e attesa, in autunno, sul palcoscenico della Champions League. Secondo il quotidiano, lo Zenit non ha ancora contattato formalmente Ancelotti ma incontrera' presto i rappresentanti dell'allenatore.

Tvoi Den, inoltre, sostiene che Spalletti vorrebbe tornare in Italia per riprendere il proprio posto sulla panchina della Roma. Il tecnico toscano ha lasciato il club giallorosso all'inizio della stagione 2009-2010. La societa' capitolina non ha ancora ufficializzato l'allenatore per la prossima annata. In pole position, a quanto pare, c'e' lo spagnolo Luis Enrique.

Roma, pressing su Luis Enrique Guardiola: «Ha la personalità giusta»


ROMA - A Wembley, per la finale di Champions League, ci sono due Roma. Quasi tutta quella vecchia, quasi tutta quella nuova. Si cercano, provano a darsi un appuntamento al volo, si scambiano sms, telefonate. Entro stasera, un saluto se lo saranno pure scambiato. Da una parte Giampaolo Montali con lo stato maggiore di Unicredit, più Daniele Pradè; dall’altra Franco Baldini, come si dice in questi casi, in mille faccende affaccendato, in quanto padrone di casa, quindi poco incline ad appuntamenti preconfezionati. C’è un pezzo di America, James Pallotta, braccio destro di Tom DiBenedetto.

Pradè è volato a Londra ieri all’ora di pranzo, appena dopo aver salutato la squadra. Ha ringraziato tutti, anche con un pizzico di commozione. Più o meno stessa cosa ha fatto Montella, che ha diretto il suo ultimo allenamento, l’ultima amichevole della sua Roma contro la Primavera (si è fatto male Borriello, ha preso un pestone). Montali è a Londra da due giorni, quindi ha avuto maggiori possibilità di avvicinarsi alla nuova dirigenza. Chi è rimasto nella capitale è Walter Sabatini, nuovo ds senza essere ufficialmente ds (così come del resto Baldini è il nuovo dg senza essere ufficialmente il nuovo dg). Sabatini, lui no, non andrà a vedere la finale di Champions, a meno di clamorose sorprese, così come, a meno di clamorose sorprese non ci andrà nemmeno Luis Enrique. Sabatini sta per partire per un doppio viaggio, a Barcellona e poi a Marsiglia. Prima vuole e deve incontrare Luis Enrique (tra domani e lunedì), parlarci a quattr’occhi, proporre, ascoltare proposte. Si parlerà di soldi, ma soprattutto di progetti tecnici. Gli spiegherà che la Roma non avrà da subito la possibilità di acquistare grandi nomi, ma che ha intenzione di sposare la filosofia del Barcellona, che ha costruito le sue fortune con l’impianto di gioco, con lo spettacolo, con le idee e con i talenti giovani. Poi il nuovo ds andrà da Deschamps, che resta tra i suoi preferiti (come lo erano Pioli e Delio Rossi), ma si sposa meno con le esigenze della nuova Roma, più propensa a puntare su una filosofia di gioco che non su un tecnico bravo per tutti e già abituato a vincere e che per farlo ha bisogno di giocatori eccellenti.

L’obiettivo della Roma non è vincere subito (non lo considerano un obbligo, almeno). Forse è meglio provare a stupire che non a mettersi in competizione, colpo su colpo (di mercato), con le big. Meglio puntare su un qualcosa di diverso, che non ammosciare l’ambiente con nomi di allenatori che non esaltano molto, questo il pensiero della nuova dirigenza (non di tutta...). Tutto questo fa pensare quindi più all’arrivo di Luis Enrique che non di altri. Pep Guardiola da Wembley dà la benedizione a Luis, suo pupillo. «Sarebbe contento di accettare. Ha la personalità giusta e il carattere per gestire le pressioni di una città come Roma». Amen. Luis Enrique intanto deve ancora giocare ancora due partite con la sua squadra, il Barcellona B, domani in casa contro il Salamanca, infine il 5 giugno in trasferta contro il Rayo Vallecano. Il tecnico dei blaugrana ieri ha diretto l’allenamento, non ha nemmeno salutato i giornalisti presenti, ha rimandato la conferenza stampa al post-partita. E pare questo sia un trend che ha intenzione di seguire anche in Italia, chissà se gli sarà consentito farlo. Non rinnoverà il contratto e ha fatto sapere a più persone che la sua intenzione è di cominciare l’avventura romana, convinto già da Guardiola prima e da Baldini poi. E Deschamps? «Conoscete la mia situazione, ho la possibilità di liberarmi entro una certa data (15 giugno, con penale da 3 milioni di euro, ndr). Attendo di sapere quale sarà il mio futuro la mia comunque non sarà una scelta dettata dai soldi. Posso assicurare che sinora non ho preso accordi con nessuno. Attendo. La Roma? Non è una novità. Se lo negassi, farei ridere». Attende, Deschamps. Che aspetta segnali da Roma. Aspetta Sabatini. Il francese andrà comunque via dal Marsiglia. Nella peggiore delle ipotesi, lo aspetta il Lione. Tutto resta in ballo, dunque. Ma la Roma pare abbia scelto. Ha acquistato o sta per acquistare un’idea

Champions League - Una finale che vale 126 milioni di euro


Tanti milioni in ballo. Stasera si assegna la Champions League e secondo un recente studio commissionato da MasterCard, la squadra vincitrice avrà un ritorno economico record di circa 126 milioni di euro, 16 milioni in più rispetto all'ultimo incontro tra Manchester United e Barcellona a Roma nel 2009.
La combinazione tra il premio ufficiale in denaro, la crescita del valore della squadra, i diritti televisivi e su altri mezzi di comunicazione e l'aumento della brand equity aiuterà la squadra vincitrice a cavalcare l'onda di questo straordinario successo, mentre la squadra perdente avrà comunque un beneficio di circa 73 milioni di euro.
Secondo il rapporto MasterCard Heart of Sports Commerce, inoltre, la finale tra le più prestigiose squadre europee ha un valore stimato di 369 milioni di euro, 17,5 milioni in più rispetto all'evento dello scorso anno. Un aumento favorito dai nomi delle due squadre, tra le più forti del mondo, che disputeranno la partita. Tra gli altri dati più importanti, Londra, la città ospite, avrà un ritorno economico di 52 milioni di euro.
L'economia europea dello sport avrà introiti per 100 milioni di euro mentre l'interesse dell'America Latina potrebbe generare un indotto economico fino a 100 milioni di euro.

venerdì 27 maggio 2011

Sotto accusa il capo del calcio mondiale La Fifa apre inchiesta su Blatter


ROMA - Un nuovo scandalo colpisce la Fifa e il suo maggior esponente, Joseph Blatter.
Il comitato etico del massimo organismo del calcio mondiale, infatti, ha aperto un'inchiesta nei confronti del 75 presidente elvetico a cui ha fissato un'audizione per domenica prossima.

Blatter è accusato di essere entrato in possesso in anticipo, grazie a un membro dell'esecutivo Fifa, Chuck Blazer, di informazioni riservate su un presunto caso di corruzione che vede coinvolto il suo rivale alle elezioni del 1° giugno, il presidente della confederazione asiatica, il quatariota Mohamed bin Hammam.

Bin Hammam si trova sotto inchiesta per due incontri avuti il 10 e l'11 maggio scorso con Jack Warner, il suo omologo centroamericano. In quelle due occasioni, secondo il comitato etico, si sarebbe parlato delle imminenti elezioni e lo sfidante di Blatter avrebbe versato delle tangenti. Le accuse a bin Hammam si basano sulla relazione elaborata proprio da Blazer.

Secondo il presidente della federcalcio asiatica, invece, il documento in questione evidenzierebbe le responsabilità di Blatter: il presidente della Fifa avrebbe montato il caso ad arte per screditare il suo rivale attraverso l'utilizzo di quella relazione riservata. Il comitato, quindi, ha invitato Blatter ad assumere una posizione entro domani e a comparire davanti all'organismo domenica, a pochi giorni da un voto sempre più avvelenato.

«I fatti parleranno da soli», ha affermato a sua difesa il 75enne elvetico. «Non posso commentare il procedimento avviato nei miei confronti».

Wenger non permetterà l'addio gratis a Clichy: in Inghilterra vedono Inter e Juve sulle tracce del francese


Dall'Inghilterra rimbalza un'interessante voce che riguarda anche due squadre italiane. Il terzino francese dell'Arsenal, Gael Clichy, piace a Inter, Juventus e Bayern Monaco. Lo riferisce il tabloid britannico 'The Sun', secondo il quale i 'Gunners' avrebbero dato tre mesi al giocatore per decidere sul suo futuro.

Clichy fa parte, nonostante la ancora giovane età, dello 'zoccolo duro' dell'Arsenal. Ma il rendimento è calato notevolmente negli ultimi due anni, e i rapporti interni sembrano essersi deteriorati. Qualche giorno fa, Arsene Wenger aveva messo in guardia il suo giocatore, avvisandolo che non permetterà un addio a parametro zero. Come fece Flamini: "Noi dobbiamo risolvere rapidamente la situazione al termine di questa stagione. Abbiamo bisogno di sapere molto rapidamente. Noi non vogliamo consentire loro di lasciare la squadra a parametro zero come Flamini. Non permetteremo che ciò accada".

Appare comunque difficile, per quanto riguarda la Juventus, un interesse per Clichy, visto il recentissimo acquisto di Ziegler nello stesso ruolo di terzino sinistro. Comprare due giovani elementi per farli alternare sarebbe quantomeno curioso...

Eto'o: "Non mi muovo dall'Inter" Moratti: "Con noi al 100 per cento"


MILANO, 27 maggio 2011 - "Niente può allontanarmi dall'Inter". Samuel Eto'o rassicura i tifosi, e lo fa attraverso una lettera parta sul sito dell'Inter. Nemmeno i ripetuti insulti razzisti e gli ultimi incidenti a Milano gli hanno fatto cambiare idea sul suo futuro.

IL COMUNICATO — Nessuna volontà di andarsene, quindi: "Cari tifosi dell'Inter, voglio essere chiaro - scrive il bomber nerazzurro sul sito - come lo sono stato in tutta la carriera e con voi, che mi avete dimostrato grande affetto e grande rispetto sin dal primo giorno a Milano. Tranquilli, ho un solo pensiero: vincere, insieme con i miei compagni, la Coppa Italia, il sesto trofeo in due stagioni, il terzo di questa stagione. Nessuna situazione extra professionale, anche se mi amareggia come uomo, può allontanarmi dall'Inter".

MORATTI SU ETO'O — Anche il presidente dell'Inter, Massimo Moratti, a Livorno per la presentazione degli eventi che ricorderanno Armando Picchi, interviene sulla vicenda: "Eto'o è uno dei nostri al cento per cento; lui non ha intenzione di andare via, sono incidenti che capitano che credo non possano essere un motivo per andare via dall'Inter. Purtroppo questo tipo di atteggiamenti ci sono, poi però il buon senso, la pazienza, l'intelligenza di questi ragazzi, di questi calciatori, consente di poter andare avanti lo stesso".

LA COPPA E IL MERCATO — A due giorni dalla finale di Coppa Italia contro il Palermo, il presidente nerazzurro sottolinea poi che il trofeo "è importante, davvero importante, e la prendiamo molto seriamente, l'abbiamo vinta abbastanza ultimamente e vorremmo continuare a farlo. I giocatori ci tengono molto. Credo comunque che per il Palermo sia un fatto notevole partecipare a questa finale e quindi non sará per niente una cosa facile". Inevitabile poi qualche domanda sul mercato: "Non trovo che ci sia questa spaventosa necessità di prendere un attaccante". Il riferimento è a Alexis Sanchez: "Ha delle belle doti però ce ne sono anche degli altri di giocatori interessanti. Noi magari abbiamo la necessità di trovare dei giovani a metà campo per poter supplire ogni tanto alla possibile stanchezza di chi ha fatto sei anni alla grande". Poi qualche altro nome: "Mata? È un bel giocatore, ma non so se lo stiamo seguendo o no. Se stiamo seguendo Montolivo? Non credo. Per il momento non lo stiamo seguendo - ha aggiunto il patron interista - l'ho letto anch'io sul giornale e allora ho chiesto ai nostri se fosse stato fatto qualcosa, ma no, non è stato fatto niente".

Svolta alla Roma: Luis Enrique ad un passo

Il nome nuovo che sembra improvvisamente il favorito numero 1 per la panchina della Roma è quello dell'allenatore del Barcellona B Luis Enrique. Una scelta rischiosa quella di Thomas Richard Di Benedetto che punterà molto sulla crescita della squadra e sul lancio in prima squadra di giovani promesse che possano crescere nel minor tempo possibile.

Chiaro il pensiero di Luis Enrique che ha dichiarato in questi giorni: 'Chiudo con il Barcellona B, dopo tre stagioni meravigliose. Ma non posso ingannare nessuno né tantomeno me stesso: il mio tempo qui sta per scadere. Sono pronto per una nuova avventura. Ma non lascerò mai davvero il Barcellona, seguirò sempre le sue vittorie da tifoso. Sono legatissimo al questo ambiente, alla mia cantera e a tutti i ragazzi'. Luis Enrique Martínez García noto semplicemente come Luis Enrique è anche un ex calciatore del Barcellona, squadra con cui ha giocato dal 1996 al 2004 realizzando 74 reti in 207 presenze complessive.

La Roma ha bisogno di essere rilanciata e Luis Enrique può essere l'uomo giusto come spiegato anche da Josè Maria Orobigt, manager dell’allenatore del Barça Pep Guardiola: 'E’ maturato proprio seguendo il percorso di Pep. Anche se è giovane, si muove sul campo da veterano. Punta sulla disciplina, cura i particolari. Guardando al suo lavoro e pesando la sua personalità può essere il futuro Guardiola'. Il nuovo slogan del tecnico spagnolo è 'l'ambizione è fondamentale per i giocatori di un alto livello tecnico'. Una scommessa che potrebbe portare grandi frutti per i tifosi giallorossi che dopo un anno deludente hanno voglia di tornare ad essere protagonisti fin da subito.

Pizarro: «Roma, serve gente con mentalità vincente»


ROMA, 27 maggio - Nell'ultimo giorno d'allenamento sui campi di Trigoria, David Pizarro torna a parlare dopo mesi di silenzio. Il centrocampista della Roma, prima del 'rompete le righe', ha fatto un bilancio della stagione da poco conclusa ma, soprattutto, ha riservato più di un pensiero alla cordata statunitense guidata da Thomas DiBenedetto. «Ai nuovi proprietari consiglio di portare gente con mentalità vincente - le parole del cileno a Sky Sport 24 -. Credo che i ragazzi forti la Roma ce li abbia in casa, bisogna solo farli crescere magari facendoli allenare con la prima squadra. A loro dico di portare gente con grande mentalità, quella che ci vuole per vincere il campionato». Campionato che però intanto è terminato senza la possibilità di avere un contatto tra squadra e nuova dirigenza (rappresentata al momento da Walter Sabatini, prossimo direttore sportivo giallorosso). «Sicuramente è brutto andar via così, è brutto non sapere cosa accadrà ma bisogna pensare positivo - ha confessato Pizarro -. Ora andiamo in vacanze e spero che la nuova dirigenza prepari bene una stagione che sicuramente sarà difficile perchè le altre big si stanno già rinforzando».

LA VOGLIA - E di lavoro, secondo Pizarro, ne servirà tanto vista la deludente annata sul campo di Totti e compagni. «Il bilancio della stagione è completamente negativo soprattutto perchè quest'anno non ha vinto l'Inter e, in teoria, dovevamo vincere noi - ha ammesso senza troppi problemi il cileno -. Ci prendiamo le nostre responsabilità, siamo stati al di sotto delle aspettative perchè la squadra si è rinforzata e anche bene. Ma in campo non è riuscita ad esprimere tutto il potenziale». «Purtroppo quando ad inizio stagione si dice 'questo è l'anno giustò poi succede tutto il contrario e così è stato - ha aggiunto -. Il mio voto? 4». Nonostante i problemi fisici e tecnici (le incomprensioni con Ranieri), Pizarro ha ribadito di voler continuare la propria carriera con la maglia giallorossa: «La mia voglia è di vincere, magari riuscendolo a fare con la Roma. Il mio desiderio da quando sono arrivato l'ho espresso, nelle stagioni passate ci siamo andati vicini, la voglia resta quella di riuscire a vincere, ma dipende tutto dall'organizzazione» della società. «La gente sa quanto sono legato alla Roma, qui sono contento e penso di continuare magari finendo il contratto nel 2013» l'auspicio del centrocampista che però potrebbe anche finire sul mercato nel caso in cui dovesse verificarsi una rifondazione tecnica globale. «Questo gruppo ha fatto tantissimo - ha quindi concluso Pizarro -, siamo stati vicini a un traguardo importante come quello dello scudetto, ma se sarà rifondazione o meno lo faranno capire i nuovi dirigenti».

giovedì 26 maggio 2011

Calcio, Moratti: “Mou? E’ ancora uno di noi”


“Mourinho per noi è uno che anche se lavora da un’altra parte è come se lavorasse qui”. Il presidente dell’Inter Massimo Moratti parla in questi termini del tecnico che ha permesso ai nerazzurri di vincere tutto la scorsa stagione.

“L’Inter vista dall’estero penso sia vista per quello che ha fatto. Vista dall’Italia, invece, si parla sempre del futuro – ha detto Moratti -. In realtà sono orgoglioso di tutti gli ultimi quattro allenatori: Mancini, Mourinho, Benitez e Leonardo. Così come sono orgoglioso di questi giocatori che per me sono ancora i più forti in assoluto. Li ammiro perché riescono a trovare sempre motivazioni, a volte devi trovare qualcuno che li trascini a trovarne di nuove. So già che alcuni se la troveranno ancora, ma serve qualcosa di nuovo, magari con età giovane per un progetto più lungo, facendo grande attenzione ai numeri ed all’economia della società”.

Uno di questi possibili nuovi giocatori che potrebbe trascinare gli altri a ritrovare le motivazioni, potrebbe essere Sanchez, corteggiato da diverse società tra cui l’Inter. “E’ un buon giocatore, stiamo parlando per capire, ma deve ancora dimostrare molto, ha una valutazione alta, un’esagerazione prodotta dal mercato attuale. Ma stiamo guardando anche altre possibili situazioni. In attacco penso che siamo notevolmente forti, non è forse lì l’obiettivo principale a cui noi dobbiamo mirare. Hazard? E’ un giocatore di futuro, anche se con la nostra chiacchierata con la società la sua valutazione è salita di ulteriori 5 milioni”.

Moratti guarda al futuro e lo immagina con persone nuove, serve l’effetto novità per fare l’ennesimo salto di qualità.“Nel futuro serve puntare su persone nuove, Leonardo ha quel nuovo che può essere utile per costruire. La Coppa Italia potrebbe essere per lui un titolo importante, un premio per quanto ha dovuto imparare velocemente in termini di ambiente, all’Inter è sempre meno semplice che in altri posti. Si è trovato in una situazione difficile ed ha fatto bene, lui ci tiene, ci teniamo tutti, sarà una partita difficile, anche perché il Palermo ci tiene 10 volte di più”.

Cori e offese contro Eto'o in pieno centro a Milano


MILANO , 25 maggio 2011 - Non è la prima volta, forse non sarà l'ultima, ma questa è stata "speciale" (nell'accezione negativa dell'aggettivo): perché l'episodio di razzismo ai danni di Samuel Eto'o è accaduto non su un campo di calcio (o dintorni), ma in occasione e luogo che nulla hanno a che fare con il mondo dello sport, se non per becere questioni di tifo. E' accaduto in città, anzi in pieno centro città di Milano: è la discriminazione che non ha più confini, e poco conta che venga mascherata dietro (e giustificata con) questioni di campanilismo.

DERBY E FESTA: IL PROLOGO — L'episodio è avvenuto l'altro ieri sera, in zona Piazza della Repubblica/via Turati, ovvero fra il Ricci - lounge bar di grande tendenza negli ultimi tempi - e l'abitazione del centravanti interista. Ma il prologo risale ai mesi precedenti e più in particolare al giorno della festa scudetto milanista a Milano: da tempo, ormai, uno dei cori più gettonati fra i tifosi rossoneri è l'ormai famosissimo "Ti hanno visto con le rose, con le rose nel metro... Samuel Eto'o, Samuel Eto'o".

IL TAM TAM ROSSONERO — Il coro, ascoltato con chiarezza anche la sera del derby, è diventato un tam tam quasi ossessivo lo scorso 14 maggio, in Piazza del Duomo e zone limitrofe: l'autentica colonna sonora dei festeggiamenti milanisti per la vittoria dello scudetto.

IL FASTIDIO DEGLI AMICI — Ecco, l'altro ieri sera un gruppo di ultrà milanisti, che avevano festeggiato un compleanno nello stesso locale dove Eto'o aveva bevuto un drink con degli amici, ha incrociato l'interista di ritorno verso casa, non lontana dal Ricci. E' scattato in automatico il coro sulle rose, che ha infastidito in particolare gli amici del camerunese e gli uomini della sua sicurezza.

IL PRECEDENTE — Meno Eto'o, che purtroppo a certi episodi è abbastanza abituato e, ora che ci ha fatto il callo, ha reazioni più controllate (quasi rassegnate): di sicuro rispetto al precedente del febbraio 2006, quando minacciò di abbandonare il campo nel corso di un Real Saragozza-Barcellona, perché dagli spalti i tifosi avversari avevano iniziato ad imitare il verso della scimmia e a lanciargli noccioline ogni volta che toccava la palla.

LA FUGA — Così, martedì sera si è riusciti ad evitare qualunque contatto fisico, anche se alcuni testimoni affermano che la rissa è stata solo sfiorata, perché anche il nerazzurro era infuriato e si sarebbe trattenuto a stento. In realtà, lo stesso Eto'o ha poi raccontato di aver evitato per una precisa scelta il chiarimento diretto, restando in disparte. E tutto si è risolto quando gli ultrà rossoneri, anche perché spaventati dalle guardie del corpo, hanno preferito cambiare strada e si sono allontanati.

MEGLIO MINIMIZZARE — Ieri, poi, il camerunese minimizzava la rilevanza dell'episodio, con il sorriso sulle labbra: non rispondere alle provocazioni è da tempo il suo modo di rispondere a manifestazioni razziali così sgradevoli. E l'unico piccolo fastidio rimasto era quel coro che gli riecheggiava ancora nelle orecchie. "Ti hanno visto con le rose, con le rose nel metro... Samuel Eto'o, Samuel Eto'o": chissà per quanto tempo bisognerà sentirlo ancora, negli stadi e forse non solo.

Manchester City, Mancini: “Dzeko e Tevez restano”


Roberto Mancini, allenatore del Manchester City, è stato intervistato in giornata da Sky Sport che ha avuto modo di chiedere al manager di Jesi quali saranno i principali movimenti di mercato in uscita per la sua squadra l’anno prossimo: “Dzeko e Tevez restano – esordisce – anche perché stiamo costruendo una squadra di campioni e cercheremo di prenderne altri. Balotelli, ad esempio, è migliorato tantissimo dall’inizio dell’anno, ma lui non può contare solo sul suo talento: deve rendersi conto che deve migliorare sotto altri aspetti.”
Un appunto anche sul nostro campionato: “Se la Juventus riparte è un bene per il campionato: il Milan e l’Inter sono ad un livello pari e partono dallo stesso punto”.

Juve sempre più svizzera Anche Inler è vicino


TORINO - Segue gli argentini Agüero e Tevez, e intanto apre agli svizzeri: Ziegler c'è, Lichtsteiner quasi, Inler forse. Sarà Juvelvetica? Le ultime indiscrezioni dicono di un affondo dei bianconeri sul centrocampista dell'Udinese Gokhan Inler, che radiomercato da diversi giorni segnala a un passo dal Napoli. Affare da 15 milioni di euro: quasi tutto fatto tra i patron De Laurentiis e Pozzo, manca però l'intesa con il giocatore. "Non ho mai dichiarato che Inler non verrà al Napoli, che ha già raggiunto un accordo con l'Udinese - ha confermato stamani a CalcioNapoli24. it il procuratore di Inler, Dino Lamberti -, anche se il sottoscritto non è mai stato chiamato dal club partenopeo. Inler è il capitano della nazionale svizzera ed è appetito da grandi squadre. Il Leverkusen mi chiama trenta volte al giorno e un'altra squadra italiana vorrebbe anticipare a domani l'appuntamento che è in programma lunedì". Eccola, la Juve, che si sarebbe fatta sotto con una proposta di ingaggio intorno ai 2,7 milioni di euro. Un sondaggio, un'interferenza più che un assalto vero e proprio. Nel 4-2-4 di Conte, Inler sarebbe un rubapalloni ideale, il mediano dai piedi educati da affiancare al regista Pirlo. Parla Marotta, intervenuto a Sky Sport 24: "La Juve su Inler? Con Conte andremo ad analizzare i profili dei giocatori necessari per sviluppare il nostro lavoro. Inler è un buon elemento. Posso solo dire che, nonostante la nostra mancata partecipazione alle coppe internazionali, tanti ci hanno dato la loro disponibilità a vestire la maglia bianconera". Stamani in Lega Pozzo e Agnelli si sono incrociati. Nei prossimi giorni è previsto un incontro tra la dirigenza friulana e il dg Marotta. Ufficialmente si discuteranno i riscatti di Pepe e Motta, ma l'occasione sarà perfetta anche per affrontare la questione Inler. Sempre che nel frattempo il Napoli non abbia ottenuto l'ok del giocatore.

MAROTTA: "AGUERO, TEVEZ O BENZEMA? OK, IL PROFILO E' GIUSTO" - Lunedì la Juve ufficializzerà Antonio Conte, il quarto allenatore degli ultimi sedici mesi. Secondo Marotta è l'uomo giusto al momento giusto: "Con Antonio ci siamo già confrontati sui piani futuri. Lui conosce bene l'ambiente juventino. Dopo aver vinto tanto da giocatore, dovrà ricalcare i suoi passi, restituire credibilità e intanto ottenere quei risultati che purtroppo mancano da tempo". Intanto la Juve è protagonista del mercato. Pirlo e Ziegler sono già bianconeri, ma i veri colpi sono ancora in canna: "Vogliamo assemblare un organico qualitativamente migliore e numericamente competitivo - prosegue il dg bianconero -, per non pagare nuovamente lo scotto degli infortuni. Cerchiamo dei giocatori importanti per il settore offensivo. Aguero, Tevez e Benzema hanno il profilo giusto. Dzeko? E' un'ipotesi che rasenta il fantacalcio, ma si può vivere anche di sogni". E a proposito di questioni oniriche, Marotta non nasconde le ambizioni tricolori della Juve: "C'è una cosa che tutti sognano, ma che è meglio non pronunciare".

ZIEGLER: "PORTO FRESCHEZZA" - Avanti con i parametri zero: dopo Pirlo, ecco Ziegler, e all'orizzonte c'è Pazienza, atteso nei prossimi giorni a Torino. Archiviata la retrocessione-shock con la Sampdoria, Reto Ziegler è animato dalla stessa voglia di riscatto di quella Juve che aveva soltanto sfiorato l'estate scorsa: "Sono molto felice - ha dichiarato il 25enne svizzero a Juventus. com -, non vedo l'ora di indossare questa maglia. Giocare nella Juve è un vero onore, un passo avanti per la mia carriera. Qui posso confrontarmi con grandi campioni e dimostrare le mie qualità". Quali? Eccole: "Sono un terzino tecnico, che ama giocare all'attacco. Porterò freschezza sulla fascia sinistra". Non solo: Ziegler è dotato di un buon calcio piazzato, così come Pirlo. Se in casa non ci fosse già uno specialista come Del Piero, ogni punizione sarebbe una disputa: "Spero che Alex mi faccia calciare qualche tiro libero, perché ogni anno riesco a segnare uno o due gol. Batto anche i corner, cosa piuttosto rara per un terzino".

GIOVINCO: "EVVIVA, RESTO A PARMA" - Mentre la Juve è pronta a investire 35 milioni per un colpo grosso alla Agüero ("Florentino Perez mi ha detto che il Real Madrid non ha alcuna intenzione di acquistarlo", garantisce l'ad dell'Atletico Gil Marin), il Parma sta per formalizzare il riscatto della metà del cartellino di Giovinco per 3,5 milioni. Sette gol all'attivo (3 segnati alla sua Juve) e una maglia azzurra in più nel suo guardaroba. Il talento tascabile si dice entusiasta di restare nel Parma salvato dalla retrocessione: "Il mio futuro sarà qui, finalmente si sono messi d'accordo, sono molto contento". Felicità condivisa anche dal presidente Ghirardi: "Giovinco verrà riscattato, diventerà un giocatore in comproprietà tra Juve e Parma. Il fatto che lui voglia restare qui è per noi motivo d'orgoglio". Sorride anche il procuratore, Andrea D'Amico: "Sebastian si trova molto bene a Parma, vuole diventare il nuovo simbolo di questa società".

AMAURI: "VISTO CHE SONO UN BOMBER?" - Ancora da definire, invece, le sorti di Amauri. Rientrerà alla base Juve e, con ogni probabilità, verrà ceduto o inserito in uno scambio di alto profilo. I sette gol segnati a Parma hanno enormemente rilanciato le sue quotazioni: "Alla Juve non ha avuto fiducia. Ho dimostrato di essere un attaccante importante. A Parma ho ritrovato entusiasmo e voglia di giocare, ma sicuramente tornerò a Torino. Sto aspettando di capire cosa vuole fare la dirigenza bianconera". Da Parma, intanto, sognano il rinnovo del prestito, un'eventualità piuttosto remota: "Amauri ci ha portato la mentalità vincente - conclude Ghirardi - e si è dedicato completamente alla nostra causa. Faremo di tutto per tenerlo, ma la decisione spetta a lui".

Mercato Milan, Allegri: “Montolivo è un grande giocatore”


MERCATO MILAN ALLEGRI MONTOLIVO – Intervistato da ‘Sky Sport 24′ nel corso delle celebrazioni per i 1000 giorni del notiziario sportivo, l’allenatore delMilan, Massimilano Allegri, ha parlato del mercato in vista della prossima stagione, tessendo le lodi di Asamoah, Hamsik e Montolivo. “Parlo ogni giorno con Galliani, ma al mercato ci pensa lui, negli anni ha dimostrato di essere un maestro. Obiettivo? Un centrocampista di sinistra. Hamsik è uno che può fare quel ruolo, ma ce ne sono tanti altri. La cosa più difficile è trovare un giocatore da Milan”.
“MONTOLIVO E’ UN GRANDE” – Il tecnico rossonero non si sbilancia più di tanto quando parla di obiettivi concreti di mercato: “Abbiamo parlato di diversi giocatori, Galliani acquisterà quello che più servirà al Milan. Ripeto, cerchiamo un centrocampista di sinistra con il vizio del gol, che andrà a sostituire Pirlo. Asamoah? È Gioca ad alto livello da soli due anni ma è molto bravo. Montolivo? È un grande giocatore”. Allegri torna anche sulla cessione di Ronaldinho: “Non ho imposto la sua cessione, anche il giocatore voleva andare in Brasile. È stata comunque una scelta tecnica. L’estero dopo il Milan? Sono ancora giovane per pianificare un futuro così lontano”

martedì 24 maggio 2011

Milan: Pato non dovrà operarsi


Operazione scongiurata per Alexandre Pato. L'attaccante del Milan si è sottoposto oggi ad accertamenti clinici per valutare l'infortunio alla spalla rimediato nell'ultima gara di campionato contro l'Udinese. Buone notizie per il brasiliano, che non dovrà sottoporsi ad intervento chirurgico: Pato svolgerà una riabilitazione mirata e dovrebbe tornare in campo nel giro di 4-5 settimane.

Il giocatore del Milan potrebbe recuperare in tempo per la Coppa America, al via il primo luglio: la sua partecipazione torneo è subordinata ad un ulteriore consulto tra lo staff medico dei rossoneri e quello della nazionale brasiliana in programma alla fine di giugno.

Cerezo: Non credo che Aguero abbia un'offerta del Real


ROMA, 24 maggio - La decisione di Aguero di lasciare l'Atletico Madrid sta scatenando i media spagnoli i quali si chiedono quale sarà la prossima destinazione dell'argentino. Intanto Enrique Cerezo, il presidente del club, parla ad As: «La decisione del Kun ci coglie di sorpresa. Dall'Atletico se ne sono andati già grandi giocatori come Torres, ma la tifoseria è rimasta tranquilla. Penso comunque che Aguero non abbia ricevuto un'offerta del Real Madrid. Quello che sappiamo -ha concluso Cerezo- è quello che il ragazzo ha pubblicato sul suo sito web. Non sappiamo se ha già un'altra squadra. Noi abbiamo un contratto firmato e non lo vendiamo. Questo è quello che posso dire».

Napolimania: Lo scherzetto di Aurelio


Ai tifosi del Napoli ieri sono stati richiesti nervi saldi. Nella caotica giornata della 'pace' tra i contendenti è successo un po' di tutto. Tutto sembrava destinato a sistemarsi, ma Aurelio De Laurentiis ha voluto tenere sulle spine Walter Mazzarri. In realtà, la voce di un esonero è stata infondata. Non per difetti giornalistici, ma perché lo stesso De Laurentiis ha voluto mettere il 'tarlo' nella testa del suo allenatore. L'incontro con Gasperini c'è stato, ma soltanto a motivo di cautela. De Laurentiis aveva già deciso di tenere Mazzarri sulla corda, un po' perché si era legato al dito il suo atteggiamento ambiguo durante i due mesi, un po' perché voleva vedere la reazione di Mazzarri.

L'allenatore del Napoli, anche alla cena sociale, è stato abbastanza freddo nei confronti del presidente. Quanto è bastato per farlo arrabbiare definitivamente (lo era già, in ogni caso). Quando Mazzarri ha saputo che la situazione stava precipitando, ha deciso di abbassare i toni ed aprire finalmente alla sua permanenza al Napoli, smussando un po' troppo alcune posizioni e sembrando addirittura in contraddizione con quanto da lui affermato fino a qualche giorno prima. In realtà Mazzarri non ha mai avuto intenzione di rompere, ma quando la prospettiva di andare alla Juventus è svanita, e l'ipotesi Roma era inconsistente, ha assunto un atteggiamento più morbido e conciliante. Forse era troppo tardi.

De Laurentiis ha voluto un faccia a faccia chiarificatore, lasciando che le voci di esonero girassero senza essere smentite. Il patron ha convocato Mazzarri a Roma, che nella sede della Filmauro ha mantenuto una linea tranquilla, precisando che non ha mai cercato altre squadre. Alla fine, la promessa del presidente di non pretendere il terzo posto e la Champions per la prossima stagione, è servita a rasserenare il tecnico, che - come egli stesso ha ammesso - durante gli ultimi due mesi si era irrigidito un po' troppo sulle sue posizioni. Mazzarri ha spiegato che la sua ambiguità era dovuta alla tensione per il finale di campionato e le responsabilità legate alla prossima stagione. L'allenatore del Napoli ha anche ottenuto qualche garanzia tecnica: la squadra che sarà senz'altro rinforzata, e sicuramente non sarà indebolita.

Quanto basta per una stretta di mano, tra l'altro preannunciata dalla nostra rubrica quasi due settimane fa. Aurelio ha restituito a Mazzarri un po' di patema, quello che Mazzarri aveva fatto provare a lui. Ma l'allenatore toscano avrebbe dovuto sapere che con De Laurentiis si gioca col fuoco. Dispiace che il povero Gasperini sia stato un po' messo in mezzo in questa vicenda. Lui che resta un ottimo allenatore, ma per il bene del Napoli è meglio che sia Mazzarri a guidare una squadra che è a sua immagine e somiglianza. Insomma, un po' di 'bordello', un po' di suspance, ma alla fine tutto si è risolto per il meglio. Del resto il presidente del Napoli è uno che di film se ne intende... e questa volta è andata un scena una giornata degna dei migliori incassi ai botteghini.

domenica 22 maggio 2011

Programmazione di oggi

18:00 Streaming 1 Inter Catania
18:00 Streaming 2 Palermo Chievo Verona
18:00 Streaming 3
Genoa Cesena
18:00 Streaming 4 Diretta Gol

Toro, tutto in 90 minuti O batte il Padova o è fuori

"GRAZIE Padova, ma adesso scansati, ora devo batterti". Il Toro torna ad essere padrone del proprio destino, per utilizzare una terminologia cara al presidente Urbano Cairo, ma sarà un destino tutt'altro che agevole. L'apnea granata è durata diciotto ore, dal pareggio di Empoli alla fine della battaglia di Padova: se avesse vinto il Livorno, per il Toro sarebbe calato il sipario, visto che nell'ultima giornata di campionato i toscani affronteranno in casa quel Frosinone che è già retrocesso. E invece alla fine ha vinto il Padova, e per il Toro va bene così, anche se Cairo cerca il pelo nell'uovo: "Se vinceva il Livorno eravamo virtualmente fuori, con il pareggio fra Padova e Livorno, i veneti avrebbero dovuto vincere contro di noi, invece così possono accedere ai playoff anche con un pareggio: hanno due risultati su tre a loro favore, sono avvantaggiati, sono in forma, hanno entusiasmo e non hanno mai perso con Dal Canto in panchina". Calcoli, numeri, elucubrazioni, che portano ad una soluzione semplice semplice: "Adesso non ci sono santi, noi dobbiamo soltanto pensare a vincere - taglia corto Cairo -. Per noi è l'ultimo appello, sarà dura, diamo tutto, anzi qualcosa in più di tutto". E su questo ha ragione: domenica prossima, contro il Padova, i granata non hanno alternative, devono vincere e basta, se vogliono continuare a credere nella promozione attraverso la roulette dei playoff; il pareggio dell'Olimpico, invece, promuoverebbe i veneti.

La situazione di classifica adesso è ben delineata: il Padova balza al sesto posto con 59 punti, il Torino è momentaneamente fuori con 58, mentre non ha più speranze il Livorno, appaiato all'Empoli a quota 56. Cammino non semplice ma destino chiaro: se il Toro batterà il Padova meriterà - almeno negli ultimi novanta minuti - di strappare con le unghie il biglietto per continuare a sperare, mettendo nel mirino il Novara che sarebbe il primo avversario dei playoff (Varese-Reggina l'altro scontro). Altrimenti sarà solo un grande, enorme flop. Un fallimento su tutta la linea che vedrà in prima fila sul banco degli imputati Cairo, ma che non esenterà dalle proprie responsabilità il diesse Petrachi, l'allenatore Lerda, né i giocatori, ossia i primi attori di quello che sarebbe il vero e proprio crack della B. La squadra riprenderà a lavorare martedì, Cairo promette di stare accanto ai giocatori e assicura promozioni speciali sui biglietti "per avere uno stadio tutto granata". Le curve sono offerte a 5 euro.

Per i tifosi granata, invece, è stato un weekend già da playoff, più sofferto all'Euganeo che al Castellani, più a Padova che a Empoli; perché se il pareggio granata di venerdì sera era stato al cloroformio, il pomeriggio veneto ha rischiato di far saltare le coronarie granata, E' finita 3-2 con un primo tempo di occasioni fallite e una ripresa con emozioni a raffica. In mezzo tanto Toro di ieri e dell'altro ieri: Schiattarella che esce sanguinante, Barusso che fa e disfa, Foschi espulso che litiga con Novellino

CALCIOMERCATO/ Milan, Pastore-Ganso, è sfida per la trequarti!


CALCIOMERCATO MILAN – Potrebbe essere un trequartista e non più una mezz’ala sinistra il mister-x ricercato dal Milan in vista della campagna acquisti estiva. A svelarlo è l’allenatore Massimiliano Allegri. Il tecnico dei rossoneri, intervistato da Milan Channel, ha infatti aperto ad un cambio di posizione di Kevin Prince Boateng: «Credo che Boateng può fare la mezz'ala e per sue caratteristiche in certe partite può fare la mezz'ala…». Tutto fa quindi pensare che il nazionale ghanese possa traslocare sulla fascia per lasciare posto al classico fantasista che faccia da tramite fra attacco e centrocampo. Tutti gli indizi portano a Javier Pastore e a Paulo Henrique Ganso, due operazioni accomunate dalle stesse difficoltà nel portarle a termine derivanti dalle alte cifre richieste nonché dalle moltissime pretendenti. Allegri ha parlato anche di Andrea Pirlo aprendo ad un sostituto: «Il Milan ha sempre giocato con giocatori di classe, sostituiremo Pirlo con un giocatore di classe. Abbiamo già giocatori di classe: Thiago, Nesta, Robinho, Ibrahimovic, Cassano. E' ovvio che non possiamo giocare con tutti giocatori di classe, con quattro va più che bene. C'è stata grande disponibilità di tutti, dai centrocampisti ai difensori, e quindi abbiamo preso solo 24 goal prendendo 7 goal solo nel girone di ritorno di cui quattro su calci da fermo di cui uno con il Bari dove ci siamo addormentati».

Cristiano Ronaldo il Pichichi dei Pichichi


La settimana scorsa aveva ragginto due leggende del calcio spagnolo a quota 38 reti, questa sera con le due reti messe a segno nella valanga di gol con cui il Real ha superato l’Almeria ha raggiunto quota 40 reti scrivendo una nuova pagina della Liga, Cristiano Ronaldo è il miglior Pichichi di tutti i tempi.

Il portoghese ha chiuso la stagione con 53 reti all’attivo frutto dei 40 gol in campionato, 7 in Coppa del Re di cui uno valido per battere il Barcellona in finale e 6 in Champions League. Oltre il record di CR7 il Real con le 8 reti di questa sera (tripletta di Adebayor, doppietta di Ronaldo e Benzema e rete del giovane Joselu) ha sfondato quota 100 reti.

Il Barcellona ha chiuso in bellezza nonostante l’ampio turnover in vista di Wembley con le reti di Bojan, Afellay e Batra, mentre per il Malaga il gol iniziale era stato siglato da Fernandez.

Roma, Pallotta ti guarda


(Gazzetta dello Sport - A.Catapano) Le stesse guardie del corpo che non mollarono un istante DiBenedetto, ma ieri dovevano essere più rilassate se alla prima occasione, all’uscita di un ristorante, lo hanno perso di vista. È stato un attimo, ma è stato fatale. Il codazzo di curiosi e cronisti pronto ad approfittarne, così sono arrivate le prime parole italiane di James Pallotta. «Forza Roma» , e vabbè, era inevitabile. Poi, un paio di considerazioni scontate — «sono qui perché amo questa città e domani (stasera, ndr) andrò allo stadio per vedere dal vivo la squadra» — e una battuta simpatica (oppure una notizia): «Se conosco Pioli? Certo, mister Pioli...» . Infine, una rassicurazione: «La mancata partecipazione alla Champions non sarà un problema, i soldi ce li abbiamo. Il mercato? Dovete chiedere a Tom, comunque dopo la finale di Champions saprete e sarete felici» . Il riferimento alla partita di Wembley, sabato prossimo, non è casuale: a Londra, dove concluderà il suo tour europeo, Pallotta incontrerà Franco Baldini, e probabilmente anche lui ne saprà di più.
IN AGENDA James Pallotta i soldi ce l’ha, come i suoi compagni di avventura, non a caso avranno quote paritarie nella Roma. È il prototipo del businessman americano: capace, svelto, pragmatico. Ieri, si è concesso una giornata da turista, nel quadrilatero classico: piazza Navona, piazza di Spagna, Pantheon, Colosseo. Deve avere buon gusto, ha pranzato alla Casina Valadier, al Pincio, e lì lo hanno beccato i giornalisti.
Ha rispedito al mittente le avance di UniCredit, che avrebbe voluto offrirgli la cena o almeno un caffè. Oggi, trascorrerà una mattinata di lavoro, con i sei manager che si è portato dietro e i legali dello studio Tonucci. Stasera, schizzerà via dall’Olimpico alla fine del primo tempo, tanto viaggia con jet privato. Ma i suoi collaboratori, almeno alcuni, restano.
E domani potrebbero presentarsi a Trigoria, per parlare di sponsorizzazioni e campagna abbonamenti e, già che ci sono, dare un’occhiata ai bilanci del club con Cristina Mazzoleni e il manager UniCredit Roberto Venturini. Li avranno avvertiti dei disastri che contengono?
OCCHIO... Pallotta sarà già volato via, del resto si avvicina il momento del closing — bisogna solo attendere l’ok dell’Antitrust — e quelli saranno i giorni di Thomas DiBenedetto, che resta l’artefice dell’operazione. Anche per questo, Pallotta vuole evitare che Roma Sampdoria, stasera, si trasformi in un passaggio di consegne anticipato. Incontrerà Rosella Sensi, ma difficilmente farà il giro dello stadio che lei ha in mente, tantomeno vorrà scendere negli spogliatoi per conoscere i giocatori.
Gli basterà osservarli dalla tribuna Autorità per farsi un’idea della squadra, per capire chi è più o meno capace, chi ha più o meno stimoli, voglia di mettersi in mostra, chi si sente più o meno coinvolto nel progetto che sta nascendo. Pallotta mastica sport da sempre, da qualche anno ad altissimo livello con i suoi Boston Celtics, pure se è basket avrà l’occhio clinico per certe cose. E quindi, attenzione a come vi muovete stasera, soprattutto i giocatori in bilico, quelli insofferenti di loro o messi in discussione da Baldini e Sabatini: Vucinic, Borriello, Menez, Taddei, Pizarro, Riise. È un peccato che manchi proprio De Rossi. Gli altri attenti, che Pallotta vi guarda.

Calciomercato - La Juve piomba su Sanchez, 35 milioni!


Si inserisce una nuova concorrente nella corsa per Alex Sanchez, el Nino Maravilla dell'Udinese dei miracoli di Francesco Guidolin. Oppure, guardando la cosa da una differente prospettiva, Aguero, Benzema, Tevez e Pastore non sono più gli unici nomi accostati alla Juventus che ripartirà da Antonio Conte nella prossima stagione.
Infatti, pare che la punta cilena del club friulano sia diventato il primo vero obiettivo del futuro tecnico juventino per rinforzare il proprio reparto offensivo. E non ci sarebbero dubbi sul fatto che si tratterebbe di uno dei quei grandi colpi, se non il botto con la b maiuscola della prossima campagna acquisti della Vecchia Signora. E il presidente della Juventus Andrea Agnelli, spalleggiato dalla proprietà, avrebbe già dato il via libera a questa grande operazione mettendo a disposizione la bellezza di 35 milioni di euro cash. Questo sarebbe il prezzo giusto per strappare il talentino di Tocopilla alla concorrenza agguerrita di Inter e Manchester City.
CI SONO ANCHE CITY E INTER - Rispetto ai nerazzurri e alla formazione guidata da Roberto Mancini, i bianconeri hanno da giocarsi un paio di carte importanti che potrebbero tornare molto utili per ottenere soprattutto il via libera del calciatore. Sanchez ha lasciato intendere che preferirebbe rimanere nel nostro Paese piuttosto che tentare l'avventura Oltremanica. In fondo, deve compiere ancora 21 anni e il tempo per un'esperienza in un campionato diverso da quello italiano non mancherà. Questa variabile escluderebbe dalla corsa, in teoria, il Mancity e restringerebbe il campo delle opzioni a Juve e Inter. Ecco, sulla carta i nerazzurri potrebbero contare sul fatto di esercitare, ad oggi, un maggiore appeal rispetto al club di Corso Galileo Ferraris, in termini di competitività della rosa e per il numero dei successi recenti.

martedì 10 maggio 2011

Juve, concorso di colpa Ma paga solo Delneri


La gara contro il Chievo ha confermato, semmai ce ne fosse bisogno, che la Juventus è una squadra che pecca di personalità. Lo si è capito dalle buone prestazioni offerte contro le grandi del campionato, dove in un certo senso la squadra di Delneri ha profuso l'entusiasmo della 'piccola'. Non c'è dubbio che una squadra forte dal punto di vista caratteriale, quando affronta le cosidette provinciali con la volontà di vincere, alla fine risolve anche le gare tatticamente più complicate. Invece con il Catania non è stato gestito un doppio vantaggio nei minuti finali, e contro il Chievo si è aggiunta l'aggravante di aver concesso agli avversari anche la grande occasione di vincere. E non è accettabile che si giustifichi la mancata vittoria parlando comunque di maggiori occasioni avute rispetto al Chievo, anche perché non ricordo che una piccola sia andata a giocare in trasferta contro Milan, Inter, Napoli e Roma ed abbia avuto così tante possibilità di far gol.

Il concetto della personalità è stato rimarcato nel dopo partita anche dal direttore generale Marotta. Concetto che non fa una piega. Nel corso della stagione ho sempre detto che Del Piero deve sempre giocare visto il suo carisma, ma anche la presenza del capitano fino all'ultimo momento non è bastata. Chiaro che una situazione del genere avrà pure qualche responsabile. Non per prendere un atteggiamento a tutti i costi salomonico, ma parlerei di concorso di colpa.

Le responsabilità del tecnico sono enormi, ma pensiamo anche alla campagna acquisti della società, ai giocatori che con il Chievo non erano in campo: Martinez (12 milioni), Bonucci (15 milioni), Krasic (15 milioni). Il serbo dopo un inizio incoraggiante è diventato un oggetto misterioso, incapace di prendere per mano la squadra. E poi ancora: Grosso escluso dalla rosa e poi ridiventato titolare indispensabile, Motta che dopo esperienze non felicissime con Udinese e Roma è un perno della difesa. Ripeto, è un concorso di colpa. Da tempo sostengo che Marotta e Delneri dopo un anno non andrebbero messi in discussione, sono uomini intelligenti che avranno fatto tesoro dei propri errori. Una grande squadra non può cambiare, prendo atto però che Delneri il prossimo anno non sarà più l'allenatore della Juve e di fatto sarà l'unico a pagare.

Calciomercato - Zamparini "Rossi via? Ho 4-5 nomi"


"La mia grande preoccupazione è sempre l'arbitro, ma Rocchi è all'altezza, sicuramente al di sopra delle parti". Si esprime così su RadioRadio il presidente del Palermo Maurizio Zamparini a poche ore dalla semifinale di ritorno con il Milan al "Renzo Barbera".
BUONA STAGIONE - Il patron rosanero, comunque vada, considera una buona stagione quella che sta per andare in archivio. "E' una buona stagione contrassegnata da una pausa che ci ha fatto perdere sei partite su sette in cui abbiamo perso 8 punti, quelli che ci mancano rispetto all'anno scorso, quando con 61 lottavamo per la Champions. Io sono contento del campionato del Palermo da cui dobbiamo trarre un insegnamento: i 59 gol subiti fino ad oggi sono una cosa che non deve succedere mai più perchè nel calcio la prima cosa è non prendere gol".
CHI PER IL DOPO ROSSI? - Alla solita domanda se confermerà o meno Delio Rossi, Zamparini ribadisce: "a fine campionato ci incontreremo faccia a faccia e se c'è sintonia continueremo insieme, se non c'è dovremo dividerci" dice il patron rosanero che comunque sembra non essere rimasto con le mani in mano ad attendere la decisione del tecnico. "Se lui ha già preso accordi con qualcun altro, vorrei saperlo un po' prima per muovermi di conseguenza - dice -. Ma è chiaro che in questa incertezza, così come un allenatore si può muovere per contro proprio, lo stesso posso fare io da presidente" dice il patron friulano che, poi, rivela, "Se Rossi va via ho almeno quattro-cinque alternative. Sto monitorando dei giovani allenatori come Torrente del Gubbio, Sannino del Varese, Auteri della Nocerina".
Italpress

De Laurentiis, Mazzarri ha altri due anni contratto


Napoli, 10 mag. - (Adnkronos) - "Poiche' con Mazzarri abbiamo due anni ancora di contratto, in nome di questa progettualita', se lui, cosa che ufficialmente non mi ha comunicato, vuole interrompere questo suo impegno, poi dopo io non so quale puo' essere una mia risposta o reazione". Sono le parole del presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis, nel corso della conferenza stampa di presentazione del volume 'Passione azzurra', sul caso Mazzarri. "I contratti sono contratti e vanno rispettati e onorati. In itinere uno puo' anche cambiare idea, se lui lo ha fatto, me lo deve comunicare. Lui ha sposato il progetto come diceva Toto': siamo uomini non caporali". Il presidente del Napoli, parlando poi delle ultime due sfide di campionato ha spiegato: "vorrei un bel pareggio contro l'Inter ed una bella vittoria contro la Juventus". La squadra di Mazzarri dovra' pero' affrontare queste due sfide senza Cavani. "Tre turni di squalifica? C....e allora vuol dire che quando parlo delle sfere alte...", commenta De Laurentiis.

Incognite Milan: Kakà, Gattuso, Ganso...


Il Milan ha vinto lo Scudetto e già pensa al futuro. Sistemata la difesa, con gli innesti di Mexes e Taiwo, bisogna ora concentrarsi sul centrocampo, visto che in attacco difficilmente arriverà (e di conseguenza partirà...) qualcuno.

I problemi, però, sono molti. Si parte con Ricardo Kakà. Il suo ritorno in rossonero può avvenire ma solo ad alcune condizioni. Costo minimo, magari anche un prestito e stipendio "leggero". Ma il passato insegna e le tante minestre riscaldate (ultima Shevchenko) non fanno pensare in positivo. C'è da calcolare anche cosa direbbero i tifosi.

Gennaro Gattuso. Il centrocampista calabrese potrebbe andare a guadagnare 10 milioni di euro in Russia. Lui si è preso un mese di tempo per decidere, anche se Allegri vorrebbe tenerlo con sé. Questo, però, si riflette anche sul mercato, in quanto dovesse partire Gattuso bisognerebbe sostituirlo.

Paulo Henrique Ganso. Galliani e Braida stravedono per lui, ma si infortuna con un'imbarazzante facilità. Ha solo 21 anni ma le sue gambe sono già malconce. Ora, nuovo stop di tre mesi. Al momento, dunque, tante incertezze sul fronte mercato del Milan.

Totti: «Roma in Champions? Tutto aperto»


ROMA, 10 maggio - «È ancora tutto aperto, mancano due partite e siamo a due punti dall'Udinese. Se dovessero fare un passo falso cercheremo di riprenderli, ma non è facile». Parola di Francesco Totti che lascia aperto qualche spiraglio per la sua Roma nella rincorsa all'ultimo posto utile per andare in Champions League nelle prossime due giornate del campionato. Poi il n.10 giallorosso, ai microfoni di Sky dagli Internazionali d'Italia di Tennis al Foro Italico, esprime il suo rammarico per non poter aiutare i suoi compagni nella semifinale di Coppa Italia domani a Milano contro l'Inter: «Purtroppo non ci sarò, volevo esserci ma devo ancora scontare una giornata di squalifica, aspetterò, spero, la Roma in finale». Infine Totti, che ha seguito l'allenamento di Federer, si sofferma sul campione svizzero che ha ammesso di essere un fan del giallorosso: «È una bella cosa avere dei grandi campioni che ti seguono, vuol dire che fai ancora qualche cosa di importante».

lunedì 9 maggio 2011

"Sanchez resta con noi In Champions ti divertirai"


MILANO, 9 maggio 2011 - La vittoria di ieri, la Champions, Guidolin, Sanchez, il futuro. E' un Giampaolo Pozzo a tutto campo e oltre, quello che all'indomani della fondamentale vittoria sulla Lazio, commenta la stagione dell'Udinese, l'importante traguardo ormai centrato, i progetti per il futuro. "La nostra volontà è quella di rafforzare la squadra, se ci giocassimo qualcosa di prestigioso come la Champions, potrebbero rimanere. Sanchez? Mi auguro resti con noi - spiega il patron. Sarebbe utile anche a lui rimanere un altro anno a Udine. Si divertirebbe e assaggerebbe l'Europa in modo più sereno. E' fondamentale che i giocatori importanti, che difficilmente si possono sostituire, rimangano".

TRAGUARDO CHAMPIONS — Pozzo non nasconde la soddisfazione per il traguardo europeo ormai prossimo: "Sono contento di essere arrivato fin qui, possiamo decidere noi stessi del nostro futuro. Abbiamo fatto un bel passo in avanti, siamo felici di essere in lotta dopo un campionato complicato. Tutte le avversarie sono molto attrezzate, farcite di campioni. La battaglia sarà dura fino in fondo. Bisognerà vincere due partite e poi vedere cosa fanno le altre". Un applauso, intanto, va a Francesco Guidolin, il tecnico dell'impresa: "È un grande allenatore - aggiunge Pozzo - i meriti si dividono tra lui e la squadra ma se non si ha un grande tecnico non si fa nulla. Noi in pratica abbiamo la stessa squadra dell'anno scorso, il lavoro di Guidolin è sotto gli occhi di tutti".
ORA LA TECNOLOGIA — Sulle polemiche arbitrali, Pozzo non si sbilancia, ma sottolinea l'esigenza di adottare la tecnologia. "Sono ottimista, gli errori ci sono, ma sono umani. Forse talvolta gli arbitri sono condizionati dalle grandi. Per questo continuo a battermi per la tecnologia. Purtroppo si fanno tanti tavoli tecnici, ma non vengono neppure a vedere una cosa che a Udine sta funzionando ed è li pronta (il sensore per il gol-fantasma, ndr). In 25 anni il calcio italiano si è rinnovato tantissimo - le parole del presidente dell'Udinese - da quando sono entrato ad oggi si sono fatti grossi passi avanti, le squadre piccole sono più tutelate e le risorse sono state distribuite un po' meglio. Ci sono altri gradini da salire, prima di tutto va migliorata la qualità degli stadi".

Sassuolo, Gregucci esonerato


Angelo Gregucci non è più l'allenatore del Sassuolo.

Il club emiliano ha comunicato di aver sollevato dall'incarico l'ex allenatore dell'Atalanta, dopo il ko di sabato contro il Piacenza.

"La società porge i migliori ringraziamenti al Sig. Gregucci ed ai suoi collaboratori per l'attività svolta in questi mesi di lavoro assieme - si legge sul sito -. Il Sassuolo Calcio comunica inoltre di aver affidato il ruolo di allenatore responsabile della prima squadra al Sig. Paolo Mandelli, già tecnico della formazione Primavera".

Inter, 12 vittorie di fila in casa: primato eguagliato


ROMA, 9 maggio - Nella giornata che ha consegnato al Milan il suo 18° scudetto, l’Inter si consola con uno stori­co risultato. Contro la Fiorentina, infatti, i neraz­zurri hanno collezionato la dodicesima vittoria interna consecutiva - la prima con Benitez, le un­dici successive con Leonardo - eguagliando, do­po quarant’anni, il relativo primato societario: lo avevano stabilito nel 1949-50 (3ª/26ª giornata) e in seguito ribadito nel 1970-71 (6ª/28ª giornata).

LEONARDO VICINO A CAPPELLI E INVERNIZZI
Salendo a quota 11, Leonardo ha da parte sua ap­paiato al terzo posto nella classifica degli allena­tori interisti Arpad Veisz (undici «1» di fila nel 1929-30, quando la squadra si chiamava ancora Ambrosiana) e Roberto Mancini ( 2007- 2008), portandosi a una sola lunghezza dal primato di Giulio Cappelli e Giovanni Invernizzi, i tecnici che centrarono i due già ricordati “ dodici” nel 1949-50 e nel 1970-71. Riuscisse a battere il Ca­tania a San Siro nell’ultimo turno, il brasiliano raggiungerebbe i due leader attuali regalando nel contempo all’Inter un “ tredici” finora mai realizzato.

NAPOLI, TERZA SCONFITTA IN 4 PARTITE
Altra battuta d’arresto del Napoli, che ha subito a Lecce la terza sconfitta in 4 partite. Negli ulti­mi 360 minuti la formazione di Mazzarri ha gua­dagnato appena 3 punti (come la Lazio), quelli dell’altro sabato col Genoa: nello stesso periodo - considerando le squadre d’alta classifica - il Mi­lan ne ha presi 10, l’Inter e il Palermo 9, la Ro­ma 7, l’Udinese 6 e la Juve (una gara in meno) 5.

LAZIO, 3 KO DI FILA: PRIMA VOLTA CON REJA
In difficoltà pure la Lazio, ieri alla terza sconfit­ta consecutiva (1-2 a Udine) dopo quelle con In­ter e Juventus. E’ la prima volta che le succede in questo campionato ed è anche la prima volta che le succede con Reja in panchina. Per ritrova­re i biancocelesti con un simile tris negativo bi­sogna risalire al 2008-09. Allora, con Delio Ros­si in panchina, di sconfitte a seguire ne infilaro­no quattro, in due occasioni diverse: dalla 20ª al­la 23ª giornata e dalla 33ª alla 36ª. Per la Lazio quello di ieri è stato anche il quinto ko nelle ulti­me sei trasferte (3 punti).

UDINESE, DUE PRIMATI PER GUIDOLIN
Doppio record per l’Udinese di Guidolin. Col 2-1 alla Lazio i friulani hanno eguagliato il loro top di vittorie in A (19) e stabilito il nuovo massimo di gol (63: era 62). Entrambi i primati risalivano al 1997- 98, torneo a 18 squadre e quindi di 34 giornate. L’allenatore era Zaccheroni.

HANDANOVIC SUPER: PARATI 6 RIGORI SU 8!
Un record anche per Samir Handanovic, ventise­ienne portiere dell’Udinese, che ha parato - a Za­rate - il sesto rigore del campionato. Lo sloveno aveva già “ipnotizzato” Eto’o, Barreto, Di Miche­le, Hamsik e Cavani. Dal dischetto lo hanno bat­tuto soltanto Crespo e Totti.

CATANIA, 6 ANNI IN A: RECORD EGUAGLIATO
Impresa del Catania che, grazie ai gol di Silve­stre e Bergessio - gli stessi giocatori che aveva­no firmato il 2-0 di una settimana fa col Cagliari - ha colto a Brescia (2-1) la prima vittoria ester­na della stagione. La più recente era vecchia di 15 mesi: 1-0 in casa della Lazio il 7 febbraio 2010. Poi 10 pari e 14 sconfitte. I rossazzurri hanno co­sì conquistato la certezza della quinta salvezza consecutiva e con essa la sesta partecipazione di seguito alla serie A ( 2011- 12): eguagliato il re­cord fissato all’inizio degli Anni 60.

ULTIMI 4 TURNI: PARMA PRIMO COL MILAN
Umori opposti in Emilia, confermati dallo 0-0 nel derby al Dall’Ara: il Parma ha preso 10 punti in quattro gare (solo il Milan campione d’Italia ha fatto altrettanto), il Bologna solo uno in sei. I ros­soblù, tra l’altro, non segnano da 510 minuti.

SAMP, 9ª ALL’ANDATA E 19ª NEL RITORNO
Samp vicina al baratro. I numeri sono impietosi: noni a fine andata a quota 26, nella classifica del ritorno i doriani sono penultimi, e staccati, con appena 10 punti. Dietro hanno solo il Bari (7).

domenica 8 maggio 2011

Programmazione di oggi

12:30 Streaming 1- Reggina Varese
15:00 Streaming 1- Inter Fiorentina
15:00 Streaming 2- Udinese Lazio
15:00 Streaming 3- Lecce Napoli
15:00 Streaming 4- Diretta Gol

Un punto prezioso ed i cento gol di Bianchi


Era quasi impensabile che il Toro andasse a Siena a sbancare il Franchi nella giornata dei festeggiamenti per la serie A. Bastava un punto ai bianconeri per la promozione e l'hanno ottenuto, il Torino aveva necessità di qualcosa in più per maggiori certezze, ma va bene così. Della serie poteva andare peggio, ma il Siena non ha infierito anche perchè il Torino ha avuto dei momenti, sia nel primo che nel secondo tempo, in cui è riuscito a schiacciare il Siena nella sua area e di gol poteva anche farne di più. Bianchi ha sbagliato un paio di occasioni eclatanti, con una traversa scheggiata ed un rigore sbagliato, con Pratali che l'ha imitato in un'altra opportunità importante. Clamoroso il penalty sbagliato dal bomber granata, che ha tirato in modo sbadato mandando a lato. Si è poi riscattato pochi minuti dopo con una rete delle sue, anche se c'è stata la complicità di Coppola che non ha trattenuto il pallone.
E così Rolandinho può festeggiare il suo gol numero cento in carriera, un record che ha cercato, voluto e finalmente l'ha ottenuto. Adesso potrà giocare meglio in scioltezza, perchè quando manca un solo punto alla vetta sembra che non arrivi mai. C'è da dire che Bianchi è l'assoluta certezza del Torino, colui che non sbaglia mai e se succede sa come rimediare. Determinazione, cinismo, non mollare mai e tanta dedizione fanno di lui un giocatore completo che molte squadre vorrebbero, il Toro sa che può perderlo se non raggiunge l'obiettivo prefissato. I playoff sono sempre alla portata ma ci sarà da lottare parecchio perchè attorno ci sono squadre agguerrite pronte a tutto, con il Novara che ha ripreso la corsa e ha consolidato il terzo posto. Ora il Toro ha due partite in casa, Triestina e Padova, ed una fuori, ad Empoli, l'incontro più difficile, perchè i toscani possono ancora rientrare nel giro playoff.
Per chiudere c'è da sottolineare che queste ultime partite della stagione a volte diventano noiose, come gli ultimi minuti della partita di Siena, trovato il pari il Toro ha chiuso così il match ed il Siena ha preferito non infierire, tanto gli bastava un punto per festeggiare la ritrovata serie A. Ci sarebbe da discutere sul rigore, dove Pratali s'è lasciato andare ed il tocco del senese è stato appena percettibile. Ad ogni modo adesso il Toro è tornato quinto e, salvo pazzie, dovrebbe essere vicino ad approdare ai playoff. La Reggina è la squadra più pericolosa, il Livorno è in risalita, ma Pescara, Padova ed Empoli possono essere schegge impazzite pronte a tutte.

Gattuso: "Ci davano per morti..." Nesta: "Thiago Silva e Ibra i top"


ROMA, 7 maggio 2011 - Al fischio finale di Morganti esplode la festa dei giocatori del Milan per la conquista del 18° scudetto. E le parole dei protagonisti arrivano dal campo e dagli spogliatoi dell'Olimpico di Roma. "Ci davano per morti, mi davano per finito. Vincere dopo sette anni è una grandissima emozione - comincia Gennaro Gattuso, che indica nel tecnico l'artefice del successo rossonero -. Allegri merita un '10', è stato lui l'artefice di questo successo, è riuscito a tenere il gruppo compatto. Ho capito che quest'anno avremmo vinto qualcosa quando ho visto Allegri prendere decisioni forti senza che nessuno si lamentasse. L'anno scorso quando si stava fuori c'era il finimondo, solo con Ancelotti chi stava fuori non apriva bocca. Non voglio parlarne male, l'anno scorso forse c'era poca esperienza, mentre Allegri ha dimostrato che ci sa fare anche con i campioni. Il mio futuro in Daghestan? È arrivata questa proposta dalla Russia, giuro che tre mesi fa pensavo di essere su 'Scherzi a parte' e invece era tutto vero. Non lo so, vedremo. E anche vero che dopo 12 anni, dopo tanti scudetti e trofei, a 33 anni e mezzo e con quelle cifre non puoi non pensarci".

SEEDORF — "È un momento bellissimo che arriva dopo 7 anni", fa eco Così Clarence Seedorf a caldo. "Questo gruppo crescerà moltissimo dopo questa vittoria - aggiunge l'olandese -, ora speriamo di portare a casa anche la Coppa Italia".

THIAGO SILVA — "È lo scudetto di tutta la squadra. Abbiamo trenta giocatori e tutti quanto hanno fatto un lavoro bellissimo, adesso abbiamo dimostrato qual era il nostro valore". Thiago Silva commenta così lo scudetto. "E adesso -continua il fortissimo difensore brasiliano - il mio prossimo sogno è vincere la Coppa dei Campioni la prossima stagione".

NESTA — "Siamo stati sempre in testa, era normale che arrivassimo primi. E se abbiamo tanti punti di vantaggio, vuol dire che ce lo siamo proprio meritato". Questo il riassunto di Alessandro Nesta sulla stagione trionfale dei rossoneri, almeno in Italia. "A chi lo dedico - prosegue la colonna della retroguardia dei nuovi campioni -? Alle stesse persone di sempre, alla famiglia, ai genitori". A chi gli chiede chi sia stato l'uomo-scudetto, Nesta risponde: "Faccio due nomi, altrimenti 'quello' (inteso come Ibra?, ndr) mi mena. Ibrahimovic e Thiago Silva i migliori".

CASSANO — "Sono contento, finalmente ho vinto una cosa importante nella mia vita". Quasi una liberazione per Antonio Cassano, che ha un pensiero anche per la sua ex squadra, la Sampdoria: "Spero che a fine campionato anche loro possano essere felici come lo sono io stasera, spero con tutto il cuore che la Samp si possa salvare"..

PIRLO — L'unica piccola nota (parzialmente) stonata arriva da Andrea Pirlo, a lungo fuori dal campo per una serie di infortuni. Anche il regista della Nazionale, comunque, festeggia lo scudetto: "Per me è stata una stagione sfortunata - dice -. Non mi era mai capitato in dieci anni al Milan, ma questa festa ripaga gli sforzi di tutta una stagione. Allegri è stato bravissimo, ha trovato la miscela giusta perché c'erano squadre forti e noi siamo stati più forti. L'Inter era in partenza la squadra da battere perché era campione in carica e anche perché, almeno secondo me era ancora la più attrezzata. Poi la domanda sul suo futuro in rossonero, con un'ombra nella risposta: "Non lo so, vediamo a fine campionato".

Serie A, Palermo-Bari 2-1: Bovo regala 3 punti ai rosanero


Palermo-Bari 2-1 - Nell'anticipo delle ore 18 della 36^ giornata di Serie A, il Palermo ha la meglio sul Bari. Vittoriosi per 2-1, i siciliani non hanno vita facile contro un Bari che passa in vantaggio, salvo poi farsi raggiungere e superare. L'analisi della partita fatta da Delio Rossi in sala stampa rispecchia l'andamento del risultato: "Volevo che facessimo una buona partita - riporta TuttoPalermo.net - Nel primo tempo non abbiamo fatto bene eravamo sotto ritmo. Nel secondo tempo abbiamo fatto decisamente meglio, anche se con qualche errore". Parole amare per Mutti quelle riportate da Repubblica.it: "Devo dire che è il mio rammarico quello di giocare bene e poi non riuscire a fare punti, mi dispiace perdere in questa maniera, perché in settimana lavoriamo bene".

Meglio il Bari - Un po' a sorpresa è il Bari ha guadagnare la supremazia territoriale, a fronte di un Palermo senza mordente che lascia ai pugliesi lo spazio per avanzare senza troppo affanno. E' così che dopo soli 7 minuti arriva il vantaggio ospite: Gazzi rimette in mezzo un pallone datogli da Masiello e Bentivoglio è più lesto di tutti ad insaccare alle spalle di Sirigu. Il Palermo non ci sta e cresce col passare dei minuti, sino al 39', quando arriva il pareggio: scambio fra Kasami e Pinilla, con quest'ultimo che serve Miccoli in profondità, rasoterra del salentino e 1-1. Bari che sicuramente non demerita, mentre il Palermo si è reso pericoloso solo dopo aver subito la rete dello svantaggio.

Attacco - Delio Rossi vuole portare a casa il match e nella ripresa schiera in attacco il tridente Miccoli-Ilicic-Hernandez. E' proprio lo sloveno a dare più vivacità alla manovra rosanero, offrendo l'assist a Bovo per il 2-1: cross sul secondo palo col difensore in anticipo su Masiello e il Palermo passa. Il match si infiamma: prima Miccoli spara alto davanti a Padelli, poi Sirigu è bravissimo a deviare in corner una conclusione a colpo sicuro di Kopunek su assist di Huseklepp. Al 20' il Palermo potrebbe chiudere la partita grazie al rigore assegnato per atterramento di Darmian da parte di Padelli: è Miccoli a presentarsi sul dichetto, ma l'estremo difensore pugliese resta immobile e blocca facilmente il cucchiaio del capitano rosanero.

Ora è ufficiale: Atalanta e Siena tornano in A


Con tre turni di anticipo l'Atalanta e il Siena tornano in serie A. Grazie alla vittoria per 4-1 contro il Portogruaro, la squadra orobica è matematicamente promossa. Una partita vibrante che ha visto nel primo tempo i veneti in vantaggio al 16' con Memushaj. Pareggia Tiribocchi al 32', Bonaventura porta in vantaggio i nerazzurri al 41'. Nella ripresa l'apoteosi bergamasca, con le reti di Delvecchio al 34' e ancora Tiribocchi al'37'. La squadra di Colantuono torna in serie A dopo una sola stagione di permanenza nella serie cadetta.

Al fischio finale dell’arbitro Cervellera esplode l’entusiasmo: i giocatori si abbracciano e salutano il pubblico, mentre il presidente Antonio Percassi e i figli entrano in campo con una t-shirt bianca che inneggia alla serie A. Percassi l’aveva detto l’estate scorsa, quando aveva rilevato dalla famiglia Ruggeri il club appena retrocesso. "Dobbiamo tornare in serie A". La squadra lo ha subito accontentato. E può fare festa anche se la partita con il Potogruaro è iniziata male, con gli ospiti in vantaggio dopo 16 minuti e vicini al 2-0 pochi secondi dopo con Consigli che respinge la botta di Gerardi. Il pareggio arriva al 31’ grazie a un colpo di testa di Tiribocchi e, 10’ dopo, ci pensa Bonaventura a ribaltare il risultato con un destro da centro area. La ripresa scivola via su binari più tranquilli: l’Atalanta ritrova sicurezza e straripa nel finale con il 3-1 segnato di testa da Delvecchio e il 4-1 finale firmato ancora da Tiribocchi con un preciso diagonale. E Bergamo è di nuovo in serie A.

Il Siena batte il Torino e torna in A Grazie ad una doppietta di Calaiò (una splendida rovesciata e un colpo di testa), il Siena ha conquistato il ritorno in serie A dopo un anno. La sfida con il Torino è finita 2-2 (2-1). La squadra di Conte è passata in vantaggio al 10’: su cross di Reginaldo, Calaiò in rovesciata ha battuto Rubinho. Dopo il vantaggio i bianconeri toscani si sono seduti e il Torino ha preso coraggio. Al 23’ con un diagonale di Sgrigna, la squadra di Lerda ha raggiunto il pari. Con i granata in crescita, Coppola ha salvato il risultato respingendo una punizione di Bianchi indirizzata all’ incrocio dei pali (30’). Ma appena il Siena è riuscito a riaffacciarsi nell’ area avversaria è tornato in vantaggio. Pratali, con Rubinho battutto, ha respinto un tiro di Reginaldo, sul successivo cross di Vitiello, Calaiò, di testa, ha segnato. Per il centravanti è la 15/ma rete stagionale e 102/ma in carriera. Nella ripresa, sul 2-1, Bianchi ha fallito un calcio di rigore (32’) concesso generosamente dall’ arbitro Massa per un presunto fallo di Vergassola su Pratali. Ma al 35’ il capitano granata, lasciato solo in area, ha trovato il gol del pari su cross basso di Pagano.

Il Milan fa 18, Allegri: ''Decisivo il derby di ritorno''


MILANO - Contro la Roma è bastato uno 0-0. In un Olimpico vestito di rossonero nel settore riservato agli ospiti, è arrivato il 18esimo scudetto del Milan, l'ottavo dell'era Berlusconi. Senza alcun dubbio meritato. I giallorossi, soprattutto nel primo tempo, hanno provato a rovinare la festa, ma un super Abbiati ha negato il goal prima a Vucinic e quindi a Rosi. Nella ripresa il Milan è salito in cattedra, sfiorando l'1-0 con un palo colpito da Robinho con un destro a giro.

I simbolo del Milan del 18esimo scudetto sono Zlatan Ibrahimovic, ma soprattutto Massimiliano Allegri, che ha saputo conquistare subito, al primo anno con una grande, un titolo importante e meritato. I momenti clou della cavalcata rossonera, mister Allegri l'ha indicato nel derby di ritorno,


perchè "che ci ha permesso di allungare sull'Inter e di ritrovare la consapevolezza nei nostri mezzi", e la vittoria di Firenze, "quando eravamo a pari punti col Napoli".

Contro i viola, ha proseguito Allegri, "la squadra ha dato prova di grande forza mentale e tecnica". Come Arrigo Sacchi, Fabio Capello e Alberto Zaccheroni, il tecnico toscano ha vinto il tricolore al primo tentativo. "È una bella sensazione vincere lo scudetto al primo anno". Il presidente Silvio Berlusconi ha esaltato le qualità di Allergi: "Abbiamo individuato un allenatore in stile Milan. Non abbiamo mai rinunciato a fare un bel gioco".

Quanto al futuro, Berlusconi auspica che "il mercato ci consenta di rafforzare ulteriormente la squadra. La nostra rosa è comunque orte e questo scudetto è stato meritato"."E' un campionato fantastico, che abbiamo dominato - ha affermato l'ad, Adriano Galliani -. La svolta è stato l'ultimo derby. Allegri è stato fantastico ma questo scudetto è di Berlusconi".

sabato 7 maggio 2011

Madrid si è già stufata di Mourinho


MADRID
Polemiche, accuse, squalifiche: lo Special One comincia a stancare. I media spagnoli e i tifosi del Real Madrid cominciano a sollevare dubbi su Josè Mourinho dopo che la Uefa ha sospeso il tecnico portoghese per 5 giornate.

Il controverso allenatore è stato squalificato per 5 match in Europa in seguito alle dichiarazioni rilasciate dopo la sconfitta contro i catalani nella semifinale di andata di Champions League al Bernabeu il 27 aprile. La squalifica include un turno già scontato nella gara di ritorno, finita 1-1, che ha consegnato la finale al Barcellona. Mourinho è stato costretto a guardare la partita dalla sua stanza d'albergo temendo di poter subire attacchi dai tifosi del Barça in tribuna. Il tecnico è stato anche multato per 50mila euro dalla Uefa. È la terza volta, nella sua burrascosa carriera, che il sedicente Special One è stato squalificato dalla federazione continentale per i suoi commenti e il suo comportamento. Il Real Madrid ha subito annunciato il ricorso.

Tuttavia diversi sondaggi online pubblicati oggi hanno mostrato che Mou non gode di un sostegno compatto. Il 57% dei lettori di As considera ingiusta la punizione inflitta al tecnico ma il 54 % di quelli di Marca la ritengono adeguata. Fino adesso lo stesso Mourinho non ha ancora commentato la squalifica. Ieri il suo vice Aitor Karanka l'ha sostituito nella conferenza stampa alla vigilia della sfida con il Siviglia ed ha dichiarato: «Per ora non vuole parlare ma combatterà per la giustizia fino in fondo».

"Guai a chi si accontenta Sfidare l'Inter dà stimoli"


FIRENZE - La Fiorentina a San Siro non regalerà nulla all'Inter. Lo assicura Sinisa Mihajlovic all'indomani di quello che potrebbe essere un match non più decisivo per lo scudetto se il Milan dovesse raccogliere un punto contro la Roma. I viola, già certi della salvezza al termine di un girone di ritorno in discesa, proveranno a dare battaglia ai nerazzurri nonostante gli stimoli non siano più quelli di inizio stagione. Il tecnico serbo glissa sul discorso. "Ho grande fiducia nei miei ragazzi, stiamo crescendo e adesso finalmente stiamo bene fisicamente e mentalmente. Giocare a Milano è sempre difficile, ma scendere in campo contro le grandi squadre è stimolante".

VIETATO ACCONTENTARSI - "E' una partita difficile per noi. Ma anche per loro. Non ci accontentiamo di un pareggio - assicura Mihajlovic -. Non mi preoccupo dell'Inter, penso solo a far bene con la mia squadra. Giocare a San Siro con l'Inter è bello quanto difficile: queste sono le partite del vero calcio". La formazione toscana è reduce dal rotondo 5-2 rifilato all'Udinese. "Vincere aiuta a vincere, cresce l'autostima e i giocatori sentono di poter affrontare qualsiasi avversario. Spesso quest'anno ci siamo accontentati del risultato, perché pensavamo che un pareggio contro una grande fosse comunque un buon risultato", dice il tecnico serbo. "Domani questo non deve succedere, voglio una squadra disposta a rischiare per cercare di vincere. Serve un salto di qualità in termini di atteggiamento. Bisogna puntare al massimo, poi può capitare di perdere a Milano".

NESSUNA RIFONDAZIONE - La Fiorentina non giocherà in Coppa il prossimo anno. Visti i risultati delle ultime settimane, i rimpianti sono d'obbligo. "Il principale rammarico? Non aver recuperato prima i giocatori. Se avessimo avuto infortuni normali, e non così pesanti, avremmo potuto fare molto di più". In vista della prossima stagione non è il caso di parlare di rifondazione. "Abbiamo le idee chiare sul futuro, ma ora siamo concentrati sulle partite che sono rimaste. Nel calcio tutto dipende sempre dai risultati: basta poco per tornare a parlare di squadra da rifondare e di allenatore da cambiare". Anche l'Inter ha vissuto un'annata a dir poco tribolata. "L'Inter ha avuto tanti problemi e infortuni, sono sicuro che con la rosa al completo sarebbe ancora la squadra da battere - dice Mihajlovic -. Leonardo ha fatto un grande lavoro. Senza 3-4 giocatori fondamentali, è chiaro che tutto diventa più difficile anche per l'Inter. Se mi piacerebbe un giorno guidare l'Inter? Per un tecnico giovane è normale essere ambiziosi e cercare sempre di salire i gradini, ma è una cosa che non mi riguarda adesso - ha concluso Mihajlovic -. Io voglio restare a Firenze a lungo, quando i Della Valle non mi vorranno più allora mi guarderò attorno".

Mazzarri: «Napoli? La mia permanenza è incerta»


NAPOLI, 7 maggio - «È normale che la mia permanenza sia incerta, altrimenti perchè avrei avvertito la società dicendo che potrei non rimanere?». Lo ha detto il tecnico del Napoli, Walter Mazzarri, nella conferenza stampa della vigilia della partita che oggi è stata dedicata quasi interamente al suo futuro. L'allenatore ha preferito non sciogliere le riserve ribadendo più volte che di quello che sarà il domani ne parlerà alla fine della stagione quando il campionato sarà concluso. «Oggi - ha concluso - colgo l'occasione per parlare con i tifosi affinchè non si facciano fuorviare da tutti i detrattori sono usciti fuori più che in altre occasioni».

Inter, si accende già il 2012 Tronchetti: "Leo ha fatto bene"


ISTANBUL (Turchia), 7 maggio 2011 - Un'annata segnata da una "settimana da incubo" da cui però Leonardo è saputo uscire. Con la consapevolezza "amara" che lo scudetto resta a Milano, ma stavolta sulla sponda rossonera, Marco Tronchetti Provera, consigliere dell'Inter e presidente della Pirelli, dal paddock di Istanbul dove domani si corre il GP della Turchia, fa un bilancio senza troppe ombre della stagione nerazzurra.

SETTIMANA INCUBO — "Abbiamo vinto tre partite di fila - dice Tronchetti Provera - dimentichiamo quella settimana disgraziata (sconfitta nel derby in campionato e disfatta in casa con lo Schalke in Champions, n.d.r) e ripartiamo. Per me Leonardo va bene, poi deciderà Moratti: ma ha fatto un ottimo lavoro, sapendo reagire a una settimana da incubo. È un bravo allenatore e sappiamo che cosa ha portato all'Inter appena arrivato. E ha mostrato grandi qualità tecniche e umane per superare la crisi".

GUAI IN DIFESA — Pensare di ripetere l'exploit di un anno fa era assolutamente impossibile. "Quando si viene da periodi così intensi è normale si faccia fatica e si senta di più la stanchezza - dice Tronchetti Provera - nessuno è riuscito a ripetersi dopo un anno così, e poi diciamo che abbiamo avuto anche qualche incidente di percorso, Lucio con vari problemi, la difesa con molti infortuni. Insomma qualche guaio c'è stato".

IL MERCATO — Certo rispetto a un anno fa, quando Mourinho celebrava il tris di vittorie, la squadra nerazzurra non può festeggiare titoli e si vede sfilare lo scudetto dai cugini rossoneri. "Il titolo rimane a Milano, e sono felice..." dice sorridendo Tronchetti. Quanto al futuro, con l'incognita Leonardo, il mercato è già in corso. "Abbiamo già dei buoni giovani - conclude Tronchetti Provera - e qualcosa arriverà...".

Milan, voglia di festa Roma prova il dispetto


ROMA, 7 maggio 2011 – La Frecciarossa che vola (è il caso di dirlo) da Milano a Roma porta con sé discrete bandiere rossonere di tifosi in attesa da sette anni. Partono i supporter milanisti perché vogliono chiudere in fretta la pratica. Non si sa mai. Lo scudetto è lì a un punto; il match point è a portata di mano. Dimenticando per un attimo il ritorno di semifinale di Coppa Italia contro il Palermo, il Milan si getta a capofitto nella sfida che potrebbe essere quella decisiva. Di fronte c’è la Roma di Vincenzo Montella, altrettanto motivata, perché c’è da scavalcare la Lazio per conquistare il quarto posto che vale il preliminare di Champions.

QUANTE SFIDE — Allegri contro Montella è un inedito affascinante. Il tecnico vicino alla meta contro il campione che vuole vincere anche in panchina. “Ora chiudiamo il conto” dice il rossonero; “Noi ci proviamo” replica con umiltà l’ex “aeroplanino”. Ma la sfida dell’Olimpico è soprattutto il duello fra Ibrahimovic e Totti. Lo svedese è reduce dalla lunga squalifica e, parola di Allegri, ha voglia di spaccare il mondo. Anche per riprendersi lo scettro di leader: per sferrare la stoccata finale e vincente. Poi c’è il capitano. L’highlander della Roma. In forma come non mai, in doppia cifra nella classifica dei cannonieri: 14 reti proprio come Ibra. Ma, gol a parte, impressionano di più del totem giallorosso, la sua forma, il suo fisico asciutto e la voglia di correre. Di questo Allegri dovrà tener conto. Dalla sua c’è la difesa più forte del campionato, guarda caso contro una delle più battute (23 gol subiti i rossoneri, addirittura 49 la squadra di Montella).

SCACCHI — Con Abbiati fra i pali, quindi, scende in campo la linea Maginot composta da Abate, Nesta, Thiago Silva e Zambrotta, che può però contare sui raddoppi di mastini come Gattuso o Flamini (uno dei dubbi di questa sera con “Ringhio” favorito), Van Bommel e Boateng. Ovvio il possibile turnover in vista del Barbera, ed è per questo che il ghanese potrebbe rifiatare, lasciando spazio a Seedorf come trequartista con Pirlo esterno sinistro del centrocampo. Tattiche private che solo in prossimità dell’incontro saranno svelate. Resta semmai da capire come Montella utilizzare il Capitano. Trequartista o punta solitaria? L’idea di vederlo schierato alle spalle di Borriello e Vucinic non è da scartare, anche se resta in piedi l’ipotesi con il montenegrino e Simplicio a supporto dell’Imperatore romano. Allegri dal canto suo confida in Ibra; nella sua orgogliosa fame atavica. Il tecnico aspetta il suo “signore dello scudetto”. Attende al varco la zampata decisiva. Il guizzo, il colpo d’autore che può valere il titolo. Da festeggiare dopo la partita all’hotel Parco dei Principi, nel cuore di Roma, in gran segreto. Ma come direbbe Galliani, solo un’ipotesi.

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