martedì 7 giugno 2011

Calcio, ombre anche su Lecce-Cagliari Pirani sotto il torchio dei pm da sei ore


Nel nuovo scandalo calcio scommesse rischia di finire anche il Cagliari. A tirare in ballo la società rossoblù è stato Marco Pirani durante l’interrogatorio davanti ai pm di Cremona. Il dentista ed ex responsabile del settore giovanile dell’Ancona, tra gli arrestati per il caso che sta facendo tremare il calcio italiano, ha parlato di alcune presunte partite truccate: tra queste anche Lecce-Cagliari di questo campionato. Cellino respinge le accuse e annuncia querele.

ll club rossoblu è stato tirato in ballo da un pentito - il dentista Mario Pirani, interrogato a Cremona - assieme ad altre quattro società della massima serie: Roma, Fiorentina, Genoa, Lecce. Il medico odontoiatra ha promesso di parlarne meglio oggi nell'interrogatorio davanti al pubblico ministero di Cremona Roberto Di Martino. “Scommettevamo sugli over e tutte le scommesse sono andate a buon fine...”, mette a verbale il medico al centro delle combine.

CELLINO - Massimo Cellino nemmeno ci vuole credere. E annuncia querele: “Abbiamo preso le distanze da tutto questo. Ci costituiremo parte civile nei confronti di chi ha organizzato questo sistema perché non è assolutamente bello. Come Lega chiederemo alla Federazione che faccia delle indagini accurate e approfondite. Vogliamo venire fuori da questa situazione e che ci sia chiarezza. Chi ha sbagliato deve pagare pene esemplari”.

LECCE-CAGLIARI 3-3 - “Per quanto mi riguarda io non ho mai giocato nemmeno una schedina”, ha detto Cellino, notando che “ci sono responsabilità oggettive e casi specifici. Se una società ha dei dubbi e ne trae benefici ha la responsabilità oggettiva, ma se alcuni giocatori si studiano il 5-5 o il 4-5, che cosa c'entrano i club?”. “Noi presidenti siamo qui a tirare la carretta, fra i calciatori sicuramente c'è qualcuno marcio altrimenti non sarebbe successo tutto questo, ed è giusto che paghino, anche nell'interesse dei calciatori seri che vanno tutelati”, sottolinea il presidente rossoblù che vuole eliminare ogni ombra dalla sfida fra Lecce e Cagliari in cui Conti e compagni si sono fatti rimontare dal 3-1 al 3-3 negli ultimi minuti. “Io avevo fissato un milione di euro di premio salvezza... Vincevamo 3-1 - ricorda Cellino -. L'arbitro ha fischiato la fine 45 secondi oltre il termine, e uno del Lecce ha trovato il pareggio con una rovesciata all'incrocio dei pali. Mi è caduta addosso una cascata ghiacciata. Se sono bravi a fare queste cose sono maghi”.

NAPOLI - A Napoli nel frattempo si indaga su ipotetiche infiltrazioni della camorra per determinare l'esito di alcune gare di serie A. Gli inquirenti da mesi hanno monitorato sospetti flussi di giocate da parte di esponenti dei clan o di loro prestanome. Tra le partite segnalate come "sospette" c'è anche la gara disputata al San Paolo il 25 aprile 2010 fra Napoli e Cagliari, match finito 0 a 0. Le indagini non trovarono riscontri alle ipotesi di illecito penale.

LA DIFESA - "Quel Cagliari-Napoli l'ho seguito io. Allegri era stato esonerato e la squadra l'ho messa in campo io. Posso assicurare che tutto si è svolto nella norma". Il presidente del Cagliari Massimo Cellino, torna a parlare di quel Cagliari-Napoli oggi sotto il mirino del filone napoletano dell'inchiesta sul calcio scommesse. "Per un presidente è impossibile non accorgersi di cosa fanno i calciatori. De Rossi? E' stato fatto un errore clamoroso. E' una colonna del calcio italiano e andrebbe tutelato". E poi: “In 20 anni di presidenza ho sempre lasciato fuori la mia squadra dalla m... del calcio”. “Va bene che il cornuto è sempre l'ultimo a sapere le cose - sbotta Cellino - ma se per caso fosse successa una cosa del genere state certi che l'avrei saputo. Lo escludo. Facciano parlare le persone titolate - conclude il presidente rossoblù - e che possano rispondere dei danni che fanno, non il primo quaquaraquà”.

CONTI - Sulla vicenda interviene anche il capitano rossoblù, Daniele Conti: “Sono molto sorpreso e amareggiato dal fatto che si voglia in qualche modo coinvolgere la squadra che rappresento in vicende che in tanti anni di permanenza non hanno mai sfiorato la pulizia morale dello spogliatoio a cui appartengo dal 1999 e dove mai ho potuto riscontrare atteggiamenti diversi dal rispetto della regola sportiva. Mi fa specie che si possano riportare delle voci con tanta superficialità e incoscienza, salvo poi rilevarne l'inconsistenza, come recentemente dimostrato in questa vicenda. Rassicuro pertanto soprattutto i nostri tifosi circa l'indiscutibile onorabilità del gruppo che sono orgoglioso di capitanare”.

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