lunedì 8 agosto 2011

"Totti in panchina perché era pigro"


ROMA - Sono passati sei mesi dal giorno del divorzio sportivo dalla sua città. Eppure, Claudio Ranieri sembra proprio non aver ancora digerito il boccone amaro mandato giù a Roma. E, soprattutto, non sembra aver dimenticato la frattura silenziosa con il vero simbolo della città e della squadra: Francesco Totti. Facendo propria una sentenza di moda: "Era pigro".

RANIERI: "TOTTI IN PANCHINA PERCHE' PIGRO" - L'esclusione di San Siro contro il Milan, l'ingresso in campo a un minuto dalla fine a Genova con la Samp, sono solo alcune delle ferite nella carriera di Totti, sotto la gestione Ranieri. Proprio l'ex tecnico romanista, cavalcando la recente polemica tra il capitano e il neo dg romanista Franco Baldini, prova a motivare le esclusioni del numero dieci: "Gli attuali dirigenti lo hanno definito pigro, è un giudizio che condivido. A volte non si allenava con i dovuti ritmi da lunedì a sabato, per questo lo mandavo in panchina". Per spiegare meglio il senso delle proprie parole, Ranieri scomoda addirittura il paragone con Del Piero: "Alex, dopo una seduta intensa, non andava via ma continuava a chiamare compagni e a giocare, tirare in porta, provare punizioni e rigori, impegnare i portieri. Totti invece andava subito via. Se gli chiedevi uno sforzo supplementare, prendeva il pallone, ti diceva "lo metto là", l'esercizio gli riusciva e poi rientrava negli spogliatoi". Un attacco duro e gratuito, attraverso un'intervista rilasciata alla Gazzetta del Sud. Lontano, quindi, dagli echi della capitale.

NESSUNA REPLICA - A Roma, però, le parole di Ranieri sono arrivate forti e chiare, nonostante il tentativo dell'ex tecnico e commentatore Rai - inizierà il nuovo ruolo con la sfida di mercoledì tra gli Azzurri e la Spagna - di nasconderle tra qualche complimento ("è un bravissimo ragazzo, generoso e il giocatore più grande che abbia allenato: altrove avrebbe vinto parecchi palloni d'oro). Le ha lette anche Totti, che però ha preferito non replicare, proprio come accaduto dopo l'intervista di Baldini a Repubblica. A lasciare perplesso il capitano, semmai, è che le stesse parole Ranieri non le avesse riservate a chi a volte gli era stato preferito, nonostante una vita fuori dal campo particolarmente attiva, al contrario di quella sul rettangolo verde.

ALLENAMENTI RUOLO PER RUOLO - Il tempo, però, ha restituito alle cose il giusto ordine. Così, quando stamattina la Roma è tornata in campo dopo una giornata di libertà, il capitano era al suo posto. Come sempre. Non nel pomeriggio, però. Da oggi, e per tutta la settimana, Luis Enrique ha studiato allenamenti ruolo per ruolo in cui dividere la numerosa rosa romanista. "Trabajo e Sudor" per tutti, in mattinata. Poi, nel pomeriggio, via libera al nuovo: ad aprire la sagra dell'allenamento differenziato per ruolo, sono stati i difensori. A loro, Luis Enrique chiede movimenti particolari, qualcosa di simile a quanto in Europa fa vedere il Barcellona: per gli esterni, lavoro di proiezione offensiva sulla verticale, ai centrali il compito di dare stabilità a una metà campo altrimenti esposta alle incursioni avversarie, in una squadra particolarmente sbilanciata in avanti. Una scelta, quella di dividere il gruppo, dovuta anche - chissà - al numero di giocatori a disposizione del tecnico. Concentrarsi su un reparto per non lasciare nessuno a guardare: chissà che la formula Luis Enrique non sia quella giusta - anche - per una pace tra Lega e Assocalciatori.

Notizia riportata da: repubblica.it

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