domenica 7 agosto 2011

Come cambiare l’Inter. Come rinforzare il Milan


MILANO, 7 agosto - La premessa è che mancano ancora 3 settimane all’inizio del campionato e quello che abbiamo visto nella partita di Pechino può modificarsi nel corso naturale della preparazione. Difficile che possa peggiorare per il Milan, possibile (anzi, obbligatorio) che possa migliorare l’Inter.

SPONDA MILAN - Il calcio europeo e quello italiano sono oggi molto distanti. Il Milan è la sintesi ideale del nostro calcio, dov’è nata, per esempio, la figura del trequartista dinamico, un po’ rifinitore e un po’ mediano. Come Mauri, come Boateng, come Aquilani (in Nazionale). Non più tecnica pura (come Seedorf), ma molto muscolo (come Boateng). Questa linea, che si esalta nel calcio spiccio, non troppo ragionato, poco spettacolare e molto redditizio, ha portato il Milan a vincere l’ultimo scudetto, e anche la Supercoppa, grazie in buona parte a Zlatan Ibrahimovic che, ben lontano dalla linea di centrocampo, aspetta la palla per sbriciolare le difese avversarie. Questo stesso calcio, senza Ibra (o con Ibra giù di tono), diventa involuto e poco produttivo. Ma anche se lo svedese sta bene, una squadra che non cerca il palleggio, che non ha la cura, nè la pazienza del gioco a terra, ma punta alla soluzione più rapida con la verticalizzazione immediata, non fa strada in Europa. Almeno questo è successo finora. Migliorare il Milan si può. Con Montolivo un passettino avanti si potrebbe fare, ma solo con un giocatore tipo Sneijder, tipo Fabregas, tipo Nasri, (tipo Pirlo?), si farebbe il salto in alto. Quanto a Kakà, sarebbe suggestivo rivederlo in rossonero. Ma lui e Ibra, giocando insieme, chissà se riuscirebbero a dare il meglio di loro stessi.

SPONDA INTER - Qui il discorso è più societario che tecnico. Non si notano linee guida e siamo in attesa di sviluppi di mercato. Anche il Milan, certo. Ma nel suo caso sono dettagli, rifiniture. Nell’Inter di questo inizio di stagione non si percepisce la sostanza. Non si conosce il futuro di Eto’o e Sneijder, protagonisti delle ultime due stagioni. Non si intravvedono rinforzi per il centrocampo, settore fondamentale per il calcio del nuovo tecnico: nell’organico attuale, non ci sono giocatori in grado di sprigionare velocità e intensità come accadeva nel Genoa. Dov’è Juric? Dov’è Marco Rossi? Da non fraintendere: non stiamo parlando di valori assoluti (l’Inter ha giocatori ben più forti di quei due), ma di giocatori così dinamici e così reattivi. Se prende Kucka, è già un passo avanti. E’ Moratti che deve dare la linea. Per esempio, la decisione di lasciare i sudamericani a casa è stata presa contro l’Inter, di sicuro è stato un bel vantaggio per il Milan. Con Lucio e Maicon, sarebbe stata un’altra partita a Pechino. Ciò che vuole il Milan è chiaro: lo scudetto e un passo in più in Champions League (sono 4 anni che esce agli ottavi). Ed è ancora più chiaro il metodo con cui vuole raggiungere i suoi obiettivi: la forza. L’Inter deve spiegare prima a se stessa e poi all’esterno qual è la via che ha deciso di percorre.
Notizia riportata da corrieredellosport.it

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