domenica 4 settembre 2011
Lazio, l'arma in più per Reja si chiama Miroslav Klose
ROMA, 4 settembre - Il grillo parlante è Pasqualino Foggia: le cose di Roma, della Lazio, dell’ambiente biancoceleste le sa bene, lui. E quando ieri a Radio Manà Manà gli hanno chiesto - dal nuovo osservatorio di Bogliasco - che ne pensasse dell’addio di Zarate ha centrato il problema: «Reja s’è fatto carico di una grande responsabilità, mandare via uno come Maurito non è semplice. La scelta di cedere Zarate è stata della società e dell’allenatore. Mauro litigava con i compagni e non era ben visto dallo spogliatoio? Sono tutte cavolate. Tutti gli volevano bene, è un ragazzo serio e io avevo un ottimo rapporto con lui. La Lazio perde tanto senza di lui. Il rapporto di Zarate con Reja? Si è già detto tutto anche se ora per il mister non è semplice. Klose, però, è un giocatore vero, ma per me il più forte di tutti rimane Rocchi. Davanti sono messi molto bene».
CHE RISCHIO - Centrato il problema e la risorsa per risolverlo: Edy Reja comincia questo campionato con un fardello pesante, con una certa solitudine. Perché lo stadio, da quando - 53 gare e 90 punti fa, una media di 1,7 a partita: roba da Champions - l’allenatore nato nel Regno d’Italia 66 anni fa ha cominciato a guidare la Lazio, ha sempre amoreggiato con Maurito e fischiato spesso e volentieri con l’allenatore. Qualche settimana fa lo striscione della curva nord a sostegno, dopo fischi agostani: ma l’idea di Zarate lontano da Formello non era ancora un progetto, men che meno una realtà a strisce nerazzurre.
LA SOLUZIONE - La solitudine di Reja può divenire un problema, forse l’unico vero problema per una squadra che s’è rafforzata soprattutto in attacco con Cissè, Klose e il recupero di Rocchi. Ma tra i nuovi il compagno di viaggio ideale per alleviare quella solitudine che allo stadio Olimpico sarà sentita in modo particolare ce l’ha: Miroslav Klose. Un altro gol (e un assist) in Nazionale, per il polacco di Germania: rete numero 62 con la maglia dei bianchi, inseguimento che prosegue al mito di Gerd Muller (68 gol in 62 presenze). La rete all’Austria (e martedì proverà a replicare contro la Turchia), con palla sfiorata su tiro di Ozil, apre la goleada, ma soprattutto fa da gerovital a Klose. Coi suoi gol, con gli assist ( specialità scoperta a Formello, ma bagaglio essenziale per questo "Inzaghi" tedesco molto più altruista) può far dimenticare l’addio di Zarate, che ieri per voce del suo amico- pigmaglione, Luis Ruzzi, ha fatto sapere che «se fosse stato per lui, sarebbe rimasto a vita in biancoceleste».
Notizia riporta da: http://www.tuttosport.com
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